Alpinismo

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Monte Bianco

Aiguille d'Entrèves

Non lunghissima ma incredibilmente adrenalinica, la via che porta all’Aiguille d’Entrèves è il paradiso per gli amanti delle creste aeree e sottili. L’ascesa parte da Punta Helbronner, dalla quale si raggiunge il Col d’Entrèves traversando il Ghiacciaio del Gigante e risalendo alla sinistra della Tour Ronde. Una volta al colle, inizia la scalata, prima su neve e ghiaccio, poi su roccia: non sono presenti passaggi particolarmente difficili (i tratti più tecnici sono di IV grado e nei punti più critici sono stati fissati degli spit) ma l’altezza a cui vi troverete e il vuoto sotto di voi renderanno ogni metro guadagnato una vera e propria conquista! Da segnalare che, in caso di abbondanti nevicate, la difficoltà generale aumenta parecchio. Durante tutto il tragitto, e soprattutto dalla vetta, la vista sul Massiccio del Bianco saprà certamente farvi dimenticare la fatica. La discesa, aerea ed a tratti molto esposta, inizia alla sinistra del secondo torrione che compone la punta e segue quella che è, di fatto, la via normale per l’Aiguille d’Entrèves.

Impegnativo · AD · Un giorno

Monte Bianco

Aiguille de Rochefort

L’Aiguille de Rochefort è senza dubbio una delle vette più famose del Massiccio del Monte Bianco, soprattutto grazie alla sua mitica e spettacolare cresta. La via parte dal Rifugio Torino, dal quale si raggiunge la base del Dente del Gigante e, poco dopo, l’attacco per la Cresta di Rochefort. Quest’ultima rappresenta sicuramente il passaggio chiave dell’ascesa e, per affrontarla, è richiesta un’ottima esperienza, una forma fisica adeguata e tutto il materiale necessario (casco compreso). Inoltre, dati i molti tratti aerei ed iper esposti, sconsigliamo a chi soffre (anche minimamente) di vertigini di proseguire oltre. In ogni caso, la cresta è tanto sfidante quanto divertente e, durante tutto il suo attraversamento, godrete di un panorama indimenticabile!

Impegnativo · AD+ · Un giorno

Monte Bianco

Aiguille des Toules

Breve e semplice, la via che porta all’Aiguille des Toules è l’ideale per prendere confidenza con il mondo dell’alpinismo. Partendo dalla mitica Punta Helbronner e immersi sempre in un ambiente mozzafiato, si attraversa il semplice tratto iniziale sul Ghiacciaio del Gigante, oltre il quale si arriva al Colle Orientale des Toules. Da qui parte la salita vera e propria sulla cresta Est, che presenta un ripido pendio e dei passaggi di facile arrampicata. Fate solo attenzione alle rocce instabili e agli sfasciumi, specialmente in discesa. La vetta si trova sul confine tra l’Italia e la Francia, proprio a metà tra l'Aiguille d’Entrèves e il Grand Flambeau: una posizione invidiabile dal quale si apre una vista magnifica!

Facile · F · Un giorno

Monte Bianco

Aiguilles Marbrées

Le Aiguilles Marbrées sono formate da due cime rocciose e si trovano tra la Punta Helbronner e il Dente del Gigante. La via alpinistica per raggiungere la vetta Nord (la più elevata tra le due) è tra le più frequentate della zona, sia per lo sviluppo molto ridotto, sia per le scarse difficoltà tecniche e i pericoli contenuti che la rendono perfetta anche per chi è alle prime armi in questa disciplina. In ogni caso, alcune rocce potrebbero essere instabili e a volte si effettuano passaggi di arrampicata in punti molto esposti dove dovrete prestate la massima attenzione. L’itinerario è in parte lo stesso di quello verso il Dente del Gigante e parte dal Rifugio Torino. Dopo essere arrivati al Col du Rochefort parte l’attacco alla cresta, che presenta tratti di misto, zone rocciose e aree innevate: il campo di allenamento perfetto per prendere confidenza con varie tipologie di terreno!

Medio · PD · Un giorno

Monte Rosa

Balmenhorn | Cristo delle Vette

Nonostante sia considerato un 4000 minore del Massiccio del Monte Rosa, il Balmenhorn è senza ombra di dubbio una delle sue vette più famose: sulla cima, infatti, si trova la maestosa statua del Cristo delle Vette, un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli alpinisti, i credenti o, più semplicemente, per gli amanti dell’arte. Oltre a ciò, proprio accanto alla statua di Gesù, è collocato il Bivacco Felice Giordano, costruito qui durante la Prima Guerra Mondiale e utilizzato ancora oggi per le emergenze. L’ascesa è abbastanza facile e breve, tanto da poter essere percorsa in giornata passando per il Rifugio Gnifetti. Essendo una meta molto frequentata, solitamente è presente una traccia ben marcata, perdersi sul grande Ghiacciaio del Lys sarà impossibile! In ogni caso, i pericoli non mancano: proprio il ghiacciaio, a causa del riscaldamento globale, diventa di anno in anno più crepacciato, specialmente nei tratti sotto la parete Ovest della Piramide Vincent; prestate molta attenzione e, se non siete alpinisti esperti, rivolgetevi ad una guida alpina. Volendo, dopo aver raggiunto la vetta, potete tornare al Colle Vincent e, da lì, risalire fino alla vicinissima Piramide Vincent, conquistando due giganti nella stessa giornata!

Facile · F · Un giorno

Monte Bianco

Bivacco Borelli Pivano | Via Ferrata

Difficile ed impegnativa, la via ferrata che porta al Bivacco Borelli-Pivano in Val Veny è sicuramente prerogativa di chi ha una buona condizione fisica ed esperienza su questa tipologia di percorsi. Non mancano passaggi tecnicamente difficili e tratti aerei ed esposti che vi lasceranno senza fiato: questi, considerata anche la lunghezza complessiva della via (quasi 850 metri), rendono la ferrata del Borelli una delle più impegnative della Valle d’Aosta! Il bivacco, costruito in una posizione panoramica e davvero suggestiva, è anche chiamato Bivouac de la Noire: non a caso, si tratta di uno dei punti d’appoggio fondamentali per le ascensioni all’Aiguille Noire de Peuterey.

Difficile · D · Un giorno

Monte Bianco

Bivacco Gervasutti

Il Bivacco Gervasutti in Val Ferret è sicuramente uno dei rifugi in alta quota più caratteristici della Valle d’Aosta. L’edificio è stato costruito nel 2011 per sostituire il vecchio bivacco datato 1966 (che a sua volta aveva sostituito il Bivacco di Fréboudze posto qualche centinaio di metri più in basso). L’attuale struttura, situata su di una balconata decisamente panoramica, è stata realizzata tenendo come punto chiave l’ecosostenibilità ed ha una forma futuristica e curiosa che ricorda uno shuttle. Il bivacco, alimentato grazie ad un potente impianto fotovoltaico, è uno dei migliori esempi di tecnologia applicati al mondo della montagna, il tutto con un occhio di riguardo agli aspetti ambientali. La via per raggiungere questo piccolo gioiellino è lunga, abbastanza faticosa e poco segnalata: un vero paradiso per gli amanti degli ambienti wild! I meno esperti dovranno essere accompagnati da una guida (o comunque da un alpinista esperto) e sarà necessaria una buona condizione fisica. Non mancano alcuni pericoli, come le roccette scivolose e i detriti che vi accompagneranno per tutta la seconda parte del percorso, o la zona crepacciata sul Ghiacciaio del Fréboudze. Come sempre, ci vuole prudenza!

Medio · PD · Un giorno

Monte Cervino

Breithorn Occidentale

Considerato il 4000 più facile di tutte le Alpi, il Breithorn Occidentale rappresenta il punto più alto del Monte Breithorn (formato anche da Breithorn Centrale e Breithorn Orientale). La vetta si trova sulla catena che divide Italia e Svizzera e fa parte del Massiccio del Monte Rosa. Inutile dire che la vista, da lassù, spazia a 360 gradi su tutti i giganti della Valle d’Aosta e non solo! La via, che già di per sé non presenta tratti problematici o pendenze proibitive, è resa ancor più semplice dai vari impianti di risalita che portano al Plateau Rosà e che, inevitabilmente, finiscono per deturpare la bellezza selvaggia di questo angolo alpino. Detto questo, il percorso è perfetto per gli alpinisti che vogliono avvicinarsi al mondo dei 4000, ovviamente sempre se accompagnati da compagni esperti o, ancora meglio, da una guida alpina. Per rendere la salita più interessante, una buona alternativa potrebbe essere quella di raggiungere il Rifugio Teodulo a piedi e passare lì la notte, per poi attaccare la traversata del ghiacciaio il mattino successivo.

Facile · F · Un giorno

Monte Rosa

Capanna Regina Margherita | Punta Gnifetti

La Capanna Regina Margherita, è il rifugio più alto d’Europa. Non crediamo servano altre parole per descrivere la grandiosità di questa leggendaria destinazione, situata sulla quarta cima più elevata del Massiccio del Monte Rosa, ovvero la Punta Gnifetti. La capanna, inaugurata nel 1893 e completamente ricostruita nel 1980, non è solamente un rifugio alpino, ma un luogo di scienza e ricerca: qui, infatti, si trova uno degli osservatori astronomici più alti del mondo, oltre che una stazione meteorologica all’avanguardia. La Punta Gnifetti, sul confine tra Italia e Svizzera, può essere raggiunta seguendo vari itinerari. Tra questi, la via valdostana, che parte dalla Punta Indren nella Valle di Gressoney, è considerata una delle più facili. Nonostante la lunghezza complessiva e alcune zone crepacciate, le difficoltà sono abbastanza contenute, anche se l’altitudine e gli ambienti in cui ci si sposta potrebbero creare qualche problema, soprattutto di acclimatamento. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Il percorso va diviso in due tappe, la prima delle quali termina al mitico Rifugio Gnifetti, dove passerete la notte. Il mattino seguente, attraverserete interamente il Ghiacciaio del Lys, passando alla base di alcune tra le vette più iconiche del Monte Rosa. Giunti al Colle del Lys, la traccia vi porterà fino al Colle Gnifetti, oltre il quale si raggiunge la punta. Inutile dire che, da lassù, il panorama lascia davvero senza fiato!

Facile · F · Due giorni

Monte Rosa

Castore

Situato sulla catena di confine tra Italia e Svizzera, il Castore è sicuramente una delle vette più famose del Massiccio del Monte Rosa e, insieme al vicino Polluce, forma il cosiddetto Massiccio dei Gemelli. I due monti hanno parecchie caratteristiche in comune, anche se le similitudini tra di loro sono maggiormente visibili dal versante svizzero. La relativa facilità dell’ascesa, l’ambiente maestoso in cui ci si immerge e il panorama mozzafiato che si apre dalla cima sono alcuni tra i motivi che rendono il Castore una delle vette più frequentate ed ambite di questo angolo delle Alpi. L’itinerario classico parte da Stafal, da dove si prendono gli impianti di risalita fino al Colle Bettaforca. Da qui, raggiungerete il mitico Rifugio Quintino Sella al Felik in circa 3 ore di cammino, per poi risalire il Ghiacciaio del Felik fino all’omonimo colle. Per arrivare alla vetta, dovrete affrontare la sottile ed aerea cresta, decisamente uno dei luoghi più spettacolari della Valle d’Aosta. Ovviamente, bisogna prestare attenzione e, se non siete alpinisti esperti, consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina.

Facile · F+ · Un giorno

Monte Cervino

Cervino | Via italiana

Solitario, aguzzo e maestoso, il Cervino è entrato di diritto nell’immaginario collettivo di ogni amante dell’alta quota, diventando a tutti gli effetti sinonimo di montagna. In particolare, i suoi versanti Est e Nord, visibili dal versante elvetico, sono tra le pareti più particolari ed affascinanti al mondo, con la loro forma elegante e spaventosa che si allunga verso il cielo. Anche dal lato italiano, la sagoma del Cervino incute subito un certo timore, risultando più massiccia e apparentemente inviolabile. In effetti, la storia alpinistica di questa vetta è segnata da tentativi falliti e tragedie, fatti che certificano le prime ascese alla punta come delle vere e proprie imprese. Ad oggi, esistono moltissime vie per salire sul Cervino, alcune estremamente difficili, altre, come la Via Normale Italiana qui descritta, rese più semplici grazie alla messa in sicurezza di molti passaggi tramite attrezzature fisse. In ogni caso, la via va affrontata solo da alpinisti esperti ed atletici, con tutta l’attrezzatura adeguata e con l’ausilio di una guida alpina. La prima parte dell’itinerario passa per l’accogliente Rifugio Oriondé, oltre il quale si sale fino al Colle del Leone e si affronta la prima parte dell’omonima cresta: questa conduce al Rifugio/Bivacco Carrel, meta finale del primo giorno (ricordiamo di prenotare il pernottamento con largo anticipo). Il mattino seguente si percorre tutta la rimanente Cresta del Leone che, con molti passaggi tecnici, duri ed attrezzati, porta in vetta al Cervino. Respirate a pieni polmoni e godetevi il panorama, avete conquistato uno dei giganti più famosi del mondo!

Difficile · D · Due giorni

Gran San Bernardo

Château des Dames

Lunga e faticosa, la via che porta allo Château des Dames si alza sulla cresta spartiacque tra la Valpelline e la Valtournenche, attraversando ambienti selvaggi e poco battuti. Partendo dal Lago di Place Moulin, raggiungerete prima il Rifugio Prarayer (dove consigliamo di premiarvi con un buon pasto una volta tornati indietro) e poi il Bivacco Laura Florio, meta finale del primo giorno. Volendo, potete salire ancora per qualche minuto per arrivare sulla cima del Mont Blanc du Créton: da qui, la vista sul Cervino è impareggiabile! Il giorno seguente, dopo aver affrontato la cresta Sud-Est, sarete in vetta allo Château des Dames dove, oltre al panorama mozzafiato, ad aspettarvi ci sarà la caratteristica campana! Nonostante non sia particolarmente difficile, l’itinerario presenta alcuni punti potenzialmente molto pericolosi, ad esempio il canalino prima del bivacco, decisamente scivoloso e con la possibilità di scariche dall’alto (da percorrere con estrema cautela in discesa). Durante l’attraversamento della cresta non mancheranno alcuni passaggi di arrampicata, semplici ma su rocce rotte ed instabili. Prestate attenzione sui nevai e sui ghiacciai in quanto ci sono delle zone molto crepacciate. Se non siete esperti alpinisti, consigliamo caldamente di contattare una guida alpina.

Medio · PD- · Due giorni

Gran Paradiso

Ciarforon Parete Nord

Dalla caratteristica forma a panettone, il Ciarforon svetta sul fondo della Valsavarenche ed è, con buona ragione, una delle mete alpinistiche più ambite all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il suo versante Nord, infatti, è una classica parete verticale di ghiaccio e neve, perfetta per gli amanti dell’arrampicata su questi terreni. Ovviamente, la via è adatta solo a chi ha un’ottima esperienza, capacità di valutazione e una grande preparazione fisica; oltre a questo, sarà necessaria tutta l’attrezzatura da ghiaccio, insieme ad una corda di almeno 60 metri per la discesa. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Per affrontare al meglio l’ascesa, potete pernottare al Rifugio Vittorio Emanuele II (ricordatevi di prenotare con anticipo) in modo da affrontare la scalata nelle migliori condizioni possibili grazie al rigelo notturno. Purtroppo, complice il riscaldamento climatico, il ghiaccio sulla parete si sta assottigliando di anno in anno: basti pensare che, una volta, nella parte centrale della via era presente un grandissimo ed imponente seracco pensile, oggi del tutto esaurito. In ogni caso, le difficoltà sono sempre mediamente alte, sia nella salita, dove si risale con pendenze tra i 40 e i 50 gradi (qualche metro addirittura a 60) sia in discesa. Questa avviene sulla cresta Nord-Est, considerata la via normale del Ciarforon: il percorso è di difficile intuizione e saranno necessarie due o tre doppie calate. Detto questo, la conquista della mitica Nord del Ciarforon saprà regalarvi emozioni davvero forti, sia per l’avvincente scalata, sia per il panorama mozzafiato una volta raggiunta la cima.

Impegnativo · AD+ · Due giorni

Gran San Bernardo

Dent d’Hérens | Cresta Tiefenmatten

Lunga, impegnativa ma dalla bellezza incredibile, la via che porta al Dent d’Hérens si inoltra negli angoli più remoti e selvaggi della Valpelline, dove sentirete sulla vostra pelle la severità della montagna. La vetta, elegante ed imponente allo stesso tempo, ha una forma piramidale davvero particolare: non a caso, è riconosciuta come una delle cime più caratteristiche non solo della zona, ma dell’intera Valle d’Aosta. A completare il tutto, il panorama che si apre dalla punta è tra i più spettacolari della regione, con la parete Ovest del Cervino a due passi, il Monte Bianco e il Rosa in lontananza e tutti gli altri giganti valdostani in vista. Data la lunghezza complessiva, il percorso è diviso in due tappe, la prima delle quali termina all’accogliente Rifugio Aosta (ricordatevi di prenotare con anticipo il vostro pernottamento). La seconda parte si svolge principalmente sul Ghiacciaio delle Grandes Murailles, dove dovrete fare attenzione ai tanti crepacci e al ripido e scivoloso (ma attrezzato) canale di accesso alla Cresta Tiefenmatten. Quest’ultima è molto divertente e presenta semplici ed esposti tratti di arrampicata, passaggi su terreno misto e, infine, il ripido pendio glaciale che porta alla vetta. La discesa, che una volta avveniva per la via normale, deve essere percorsa obbligatoriamente seguendo la via di salita, in quanto la via normale è ormai impraticabile.

Impegnativo · AD · Due giorni

Monte Bianco

Dente del Gigante

Sicuramente una delle punte più caratteristiche dell’intera Valle d’Aosta e delle Alpi, il Dente del Gigante fa parte del Massiccio del Monte Bianco ed è uno dei principali vanti di questa porzione alpina. La bellezza del luogo, così come il panorama di cui godrete dalla cima e durante la scalata, lascia davvero senza fiato! L’itinerario per raggiungere l’attacco della via (chiamato Salle à Manger) è solitamente ben tracciato e generalmente non pericoloso, salvo qualche punto aereo da affrontare con molta attenzione, soprattutto in caso di ghiaccio. La scalata vera e propria è composta da 6 tiri di media difficoltà (alcuni passaggi sono esposti in modo quasi impressionante): i tiri sono attrezzati con corde fisse e ben visibili e coprono tutti i 125 metri che vi separano dalla vetta. In realtà, la cima del Dente è composta da due punte, la Sella e la Graham, in cui è addirittura posta una statua in bronzo della Madonna. Per la discesa potete seguire l’itinerario di salita calandovi in doppia, oppure scendere dalla sella tra le due punte. Ovviamente, per affrontare l’ascesa al Dente del Gigante è richiesta un’ottima esperienza alpinistica e di arrampicata oltre che una buona forma fisica: consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina.

Impegnativo · AD · Un giorno

Gran San Bernardo

Grand Combin

Re incontrastato della catena che divide Svizzera e Italia, il Grand Combin domina dall’alto l’area del Gran San Bernardo. La sua forma, severa e imponente, la rende senza alcun dubbio una delle montagne più iconiche di questo angolo delle Alpi, status che viene rafforzato notevolmente dalla sua posizione: da Aosta, guardando verso Nord, sarà impossibile non notare questo gigante, che si erge solitario e maestoso sul fondo della Coumba Freida. Per essere precisi, anche se la via alpinistica parte dalla Valle d’Aosta, la punta si trova interamente in territorio svizzero. Dal Rifugio Amianthe, meta finale del primo giorno (ricordatevi di prenotare in anticipo il pernottamento), si sale verso Nord, superando il confine italosvizzero all’incirca in corrispondenza del Glacier du Mont Durand. Una volta lì, inizia il lungo avvicinamento alla cima formata, in realtà, da due punte; queste sono collegate tra loro da una lunga cresta, raggiungibile risalendo la Spalla Isler. La via, in generale, è mediamente difficile e molto faticosa, perciò è richiesta esperienza ed un’ottima forma fisica. Consigliamo caldamente di contattare una guida alpina.

Medio · PD · Due giorni

Gran Paradiso

Grande Rousse | Punta Nord

Formata da due punte, la Grande Rousse è la cima più alta della catena che divide la Val di Rhêmes dalla Valgrisenche. I molti ghiacciai che la circondano e la sua cima appuntita fanno della Grande Rousse una delle montagne più riconoscibili ed affascinanti della zona. Data la grande difficoltà dell’imponente versante di Rhêmes, la via normale è stata aperta in Valgrisenche. In ogni caso, questo non significa che sia semplice: molti passaggi sono complicati, sul Ghiacciaio d’Invergnan sono presenti numerosi crepacci e alcuni pendii sono ripidissimi e molto faticosi. Oltre a tutto questo, vanno tenuti in considerazione lo sviluppo ed il dislivello notevole e alcuni tratti di arrampicata fino al III grado abbastanza esposti. Come potete immaginare, l’ascesa va affrontata solo se si gode di una buona forma fisica e se si ha un’ottima esperienza alpinistica. Inoltre, consigliamo di contattare una guida alpina. Data la lunghezza complessiva, la salita va divisa in due tappe, appoggiandosi al Bivacco Ravelli: questo si trova in un ambiente decisamente selvaggio e panoramico!

Impegnativo · AD · Due giorni

Monte Bianco

Grandes Jorasses

Quella alle Grandes Jorasses è, senza ombra di dubbio, una delle ascese alpinistiche più avvincenti delle Alpi. Il massiccio granitico domina la Val Ferret dall’alto ed è formato da sei cime, tra le quali svetta, con i suoi 4208 metri di altitudine, la Punta Walker: questa, insieme alla vicina Punta Whymper, rappresenta la meta finale di questo mitico itinerario. Data la pericolosità di alcuni tratti nelle ore più calde, sarà necessario spezzare l’ascesa in due giorni, pernottando al Rifugio Boccalatte, dal quale si riparte a notte inoltrata. Ricordiamo, come sempre, di prenotare il posto letto al rifugio con largo anticipo. La salita deve essere affrontata con un’ottima esperienza, conoscenza dei rischi della montagna, una preparazione atletica adeguata e, molto raccomandato, insieme ad una guida alpina. Lungo la via, infatti, non mancano pericoli, passaggi tecnici e tratti aerei super esposti: se soffrite minimamente di vertigini, questo luogo non fa assolutamente per voi!

Impegnativo · AD · Due giorni

Gran Paradiso

Grand Sertz

Situata sulla cresta spartiacque tra la Valsavarenche e la Val di Cogne, il Grand Sertz (o Gran Serra) è una facile meta alpinistica nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. La cima, contrassegnata da una croce in ferro, è un punto panoramico eccezionale: da lassù, infatti, potrete ammirare tutti i giganti valdostani, in particolare quelli del gruppo del Gran Paradiso. La via è abbastanza semplice e passa per il bellissimo Rifugio Vittorio Sella, dal quale si sale fino al Ghiacciaio del Lauson: qui si trova uno dei pochi passaggi complicati dell’ascesa, ovvero il canale detritico che conduce al Colletto del Lauson, abbastanza scivoloso e pericoloso in assenza di neve. Tolto questo, il resto del percorso non presenta grossi problemi. La scalata per raggiungere la punta è molto divertente e, nonostante siano abbastanza esposti, i passaggi risultano facili e generalmente sicuri. In ogni caso, non sottovalutate mai l’alta montagna e, se non siete esperti alpinisti, rivolgetevi ad una guida alpina.

Facile · F+ · Un giorno

Gran Paradiso

Gran Paradiso | Parete Nord

Il Gran Paradiso è sicuramente una delle vette italiane più importanti e conosciute: oltre ad essere l’unico 4000 interamente nel nostro territorio, il Gran Paradiso presta il suo nome al più antico Parco Nazionale italiano. Nel corso degli anni, sono state aperte varie vie per conquistare questo gigante e, tra le tante, quella che risale la sua parete Nord è senza ombra di dubbio la più avvincente. Il percorso è una classica via di ghiaccio lunga, faticosa e decisamente atletica, anche se tecnicamente non difficile. In ogni caso, per affrontare l’itinerario, è richiesta un’ottima forma fisica e una grande esperienza sulle pareti di ghiaccio. Servirà tutta l’attrezzatura necessaria e, inoltre, consigliamo di contattare una guida alpina. Partendo dal Rifugio Chabod (tappa del primo giorno, ricordiamo di prenotare con largo anticipo), ci si alza sul Ghiacciaio di Laveciau, prestando attenzione ai crepacci. Giunti all’immensa parete Nord, si attacca il ripido ed imponente scivolo centrale, lungo all’incirca 600 metri. Questo, a seconda che sia ghiacciato o innevato, può risultare più o meno difficile da scalare, allungando o accorciando, a seconda dei casi, il tempo di salita. La discesa avviene sulla più semplice Via Normale.

Difficile · D · Due giorni

Gran Paradiso

Gran Paradiso | Via Normale

Maestoso e famoso in tutto il mondo, il Gran Paradiso è la vetta più alta completamente in territorio italiano e presta il suo nome al primo Parco Nazionale del nostro paese. Non solo, rappresenta anche la meta ideale per chi si avvicina all’alpinismo e vuole conquistare il suo primo 4000. Infatti, l’ascesa è relativamente semplice, con facili passaggi su ghiaccio e brevi tratti su roccia. In ogni caso, durante tutto l’attraversamento sui ghiacciai dovrete procedere con cautela in quanto sono presenti molti crepacci, solitamente ben visibili ma molto numerosi, specialmente in stagione avanzata. Come sempre, vi consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina per un’esperienza sicura e indimenticabile. La Via Normale, qui descritta, è stata aperta nel 1860 e passa oggi per il Rifugio Vittorio Emanuele II. Da poco il percorso è stato rinnovato, con l’apertura di una nuova traccia più evidente, sicura e facile da seguire anche su ghiaccio, con tanti ometti a indicare la giusta direzione. Almeno una volta nella vita ogni Alpituder amante dell’alpinismo e dell’alta montagna dovrebbe risalire questa leggendaria cima!

Facile · F+ · Due giorni

Gran Paradiso

Granta Parei

La Granta Parei è senza ombra di dubbio la montagna simbolo di Rhêmes, oltre ad essere uno dei giganti più conosciuti dell’intero arco alpino. Questo è dovuto soprattutto alla sua forma caratteristica: non a caso, il suo nome significa Grande Parete, espressione che descrive al meglio l’imponente e maestosa parete Est della vetta, sempre ben visibile dall’Alta Val di Rhêmes. La via per conquistare la cima risale lungo la parete Ovest e, data la relativa facilità, è perfetta per tutti quelli che stanno prendendo confidenza con l’alpinismo (in ogni caso, è sempre meglio essere accompagnati da alpinisti esperti o, ancora meglio, da una guida alpina). Una volta giunti all’accogliente Rifugio Benevolo, il percorso si alza sulla destra dove, lungo la cresta della morena, si raggiunge il Ghiacciaio di Goletta. Seguendo le evidenti tracce e risalendo un ripido pendio, incontrerete prima la Punta Sud, poi, dopo alcuni passaggi di semplice arrampicata, la Punta Nord della Granta Parei, dove è posta una statua della Madonna. Inutile dire che il panorama da lassù è davvero mozzafiato, con tutta la Val di Rhêmes ai vostri piedi e i giganti della Valle d’Aosta (e non solo) all’orizzonte. Consigliamo di affrontare la salita ad inizio stagione, in modo da trovare i pendii ancora ben innevati: nonostante sia semplice, la seconda parte dell’itinerario non deve essere per nessun motivo sottovalutata.

Medio · PD- · Due giorni

Gran Paradiso

Grivola | Via Normale

La Grivola è senza alcun dubbio una delle vette più belle, famose e riconoscibili dell’intero arco alpino. La sua forma elegante e maestosa ha ispirato diversi poeti, uno su tutti Giosuè Carducci, rimasto affascinato dall’imponente versante Nord. La Grivola, con i suoi 3969 metri di altitudine, è la seconda montagna più alta interamente in territorio italiano e si trova sulla catena spartiacque tra la Val di Cogne e la Valsavarenche. La via per scalare questa mitica vetta parte da Cretaz, dal quale si raggiunge, in circa cinque ore, il Bivacco Gratton, meta finale del primo giorno: qui, consigliamo di dare un’occhiata alle vicine catene che permettono di scendere al Ghiacciaio del Trajo, in quanto al mattino, quando il sole non si è ancora levato, potrebbe essere difficile capire quali sono i passaggi da seguire. Il tratto sul ghiacciaio è, invece, molto facile, con solamente alcuni crepacci (ben visibili) a cui fare attenzione. La via vera e propria è formata da una lunga arrampicata su terreno friabile e franoso, che risale gran parte della parete Est della Grivola conducendo alla cresta Nord-Est. Da lì, si raggiunge facilmente la vetta, dal quale si apre un panorama sensazionale su tutta la Valle d’Aosta. L’itinerario è lunghissimo e adatto solo a chi gode di un’ottima forma fisica. Data la natura della roccia, l’ascesa va affrontata solo da alpinisti esperti e con dimestichezza su terreni instabili (leggete le nostre precauzioni). Decisamente consigliato contattare una guida alpina.

Medio · PD · Due giorni

Gran Paradiso

La Tresenta

Situata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra la Valsavarenche e il Piemonte, la Tresenta rappresenta una semplice ed appagante salita alpinistica. La via passa per il Rifugio Vittorio Emanuele II, dove potrete pernottare dividendo l’ascesa in due giorni. Da qui, si sale facilmente e senza possibilità di errore fino a ciò che resta del Ghiacciaio del Moncorvè, alla base dell’imponente piramide che forma la vetta. Le vie di salita principali sono due, una sul versante Nord e l’altra sul versante Ovest: noi qui abbiamo descritto quella che sale sulla parete settentrionale, da preferire ad inizio stagione in condizioni di neve dura e ghiaccio. Le difficoltà, come detto, sono modeste, anche se i ripidi pendii glaciali potrebbero mettervi alla prova e la grande presenza di sfasciumi e detriti rendono alcuni punti instabili e pericolosi. Se non siete alpinisti esperti rivolgetevi ad una guida alpina. Dalla cima si gode di una splendida vista sui vicini Gran Paradiso e Ciarforon, oltre che su molti altri giganti valdostani.

Facile · F · Un giorno

Monte Rosa

Lyskamm Occidentale

Situato sul confine tra Italia e Svizzera, il Lyskamm si erge imponente sul fondo della Valle di Gressoney (anche chiamata, appunto, Valle del Lys) e, data la sua posizione, divide in due parti distinte il Massiccio del Monte Rosa. La sua vetta è formata da due punte collegate da una lunga e sottile cresta e da una terza cima, più bassa ma altrettanto caratteristica, il Naso del Lyskamm. La via che andremo a vedere oggi è la normale per il Lyskamm Occidentale, più basso rispetto al suo gemello ma non meno impegnativo da conquistare. La salita, lunga e faticosa, passa per il mitico Rifugio Quintino Sella al Felik: qui passerete la notte, non dimenticatevi di prenotare in anticipo il vostro pernottamento! Il percorso risale poi attraverso il Ghiacciaio del Felik fino all’omonimo colle, oltre il quale si raggiunge l’attacco vero e proprio della via. La cresta, inizialmente facile e pianeggiante, diventa sempre più sottile, affilata e ripida, con tratti molto esposti e pendenze di oltre 40 gradi. Inoltre, sono presenti numerose cornici, soprattutto sul versante Sud. La cresta diventa estremamente pericolosa in caso di scarso innevamento e condizioni avverse (ad esempio con forte vento). Tutte queste premesse rendono l’ascesa al Lyskamm Occidentale esclusiva di alpinisti fisicamente e mentalmente preparati, con un’ottima esperienza e capacità di giudizio e con tutta l’attrezzatura necessaria. In ogni caso, tutto l’itinerario si svolge in un ambiente glaciale maestoso, che culmina una volta arrivati sulla cima: da lì, si apre un panorama mozzafiato a 360 gradi!

Medio · PD+ · Due giorni

Monte Rosa

Lyskamm Orientale e Occidentale | Traversata Est-Ovest

Situato sul confine tra Italia e Svizzera, il Lyskamm si erge imponente sul fondo della Valle di Gressoney (anche chiamata, appunto, Valle del Lys) e, data la sua posizione, divide in due parti distinte il Massiccio del Monte Rosa. La sua vetta è formata da due punte collegate da una lunga e sottile cresta e da una terza cima, più bassa ma altrettanto caratteristica, il Naso del Lyskamm. La traversata dei Lyskamm è senza ombra di dubbio una delle vie più classiche e avvincenti dell’intero arco alpino, una cavalcata tra le più sognate e desiderate da tutti gli alpinisti, sia per gli ambienti maestosi che si vanno ad attraversare, sia per la grandiosità della lunghissima cresta. Quest’ultima è divisa in tre sezioni: la ripidissima e faticosa cresta Est che porta in vetta al Lyskamm Orientale (a detta di molti il tratto più difficile dell’ascesa), la cresta di circa quattro chilometri che collega la cima orientale a quella occidentale e, infine, la cresta che permette di scendere dal Lyskamm Occidentale, molto pericolosa in caso di ghiaccio vivo. Tutta la traversata si svolge principalmente sul filo di cresta, sempre molto esposto (a tratti sembra di stare sospesi nel vuoto) e con la presenza di numerose cornici: procedete sempre con la massima cautela e concentrazione! La via va affrontata in condizioni climatiche e di innevamento ideali, con tutta l’attrezzatura necessaria e con un’ottima preparazione fisica e mentale. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Il percorso può essere affrontato da entrambi i lati, noi qui abbiamo scelto di descrivere l’itinerario Est-Ovest, ovvero quello che, partendo dal Rifugio Gnifetti, porta al Rifugio Quintino Sella.

Impegnativo · AD · Due giorni

Monte Bianco

Mont Chétif | Via Ferrata

Lunga ma semplice e senza particolari pericoli, la via che porta al Mont Chétif si alza sopra Courmayeur, raggiungendo quello che, di fatto, è uno dei punti più panoramici della zona. Ad essere precisi, sarebbe più corretto parlare di sentiero attrezzato piuttosto che di via ferrata, data la semplicità dei tratti attrezzati (ad eccezione del primo, abbastanza atletico ed esposto). In ogni caso, lo sviluppo complessivo e le ripide salite per arrivare in cima saranno degli ostacoli sfidanti, per questo consigliamo l’ascesa solo a gode di una buona forma fisica. Arrivati in cima, la vista mozzafiato su Courmayeur, sulla Val Veny e su tutti i giganti del Massiccio del Monte Bianco sapranno ripagare ampiamente tutti i vostri sforzi! La discesa comprende molte varianti, noi qui abbiamo riportato quella classica che scende a Pra Neiron e, successivamente, nei boschi di Plan Checrouit. Non dimenticatevi assolutamente l’acqua e la protezione solare: l'esposizione a Sud-Est del percorso potrebbe crearvi qualche problema, soprattutto durante la salita!

Facile · F · Un giorno

Monte Bianco

Mont Dolent

Al confine tra Italia, Svizzera e Francia, il Mont Dolent svetta sul fondo della Val Ferret: data la sua posizione, la vista che si apre dalla cima è davvero maestosa, con i giganti delle tre nazioni a circondarvi! La prima parte dell’ascesa, molto semplice, passa per il super frequentato Rifugio Elena, dal quale si prende quota e si raggiunge il Bivacco Fiorio. Una volta qui, consigliamo di fermarvi per una notte e di ripartire al più presto il giorno successivo: il Ghiacciaio di Pré de Bard, infatti, necessita di una condizione stabile per essere attraversato. Fate attenzione ai tanti crepacci sul ghiacciaio, specialmente nel suo tratto terminale, e procedete con cautela nel canalino che dà accesso alla parte finale della via, in quanto presenta solitamente neve marcia e rocce instabili. La spettacolare cresta che porta alla vetta è aerea ma generalmente sicura.

Medio · PD+ · Due giorni

Monte Bianco

Monte Bianco

Il Re delle Alpi, il Tetto d’Europa o, più semplicemente, il Bianco: il Monte Bianco non ha di certo bisogno di presentazioni! La montagna più alta d’Europa (tralasciando le questioni di confine che riguardano il Monte Elbrus) ha saputo e sa, ancora oggi, attirare migliaia e migliaia di alpinisti. Le vie per raggiungere i 4810 metri della vetta sono moltissime, alcune decisamente pericolose, altre considerate le Vie Normali del Bianco, sicuramente più semplici e con punti d’appoggio migliori, ma da non sottovalutare: qui gli incidenti, talvolta fatali, non sono rari! Quasi d’obbligo salire accompagnati da una guida. La Via Normale Italiana, aperta per la prima volta nell’agosto del 1890 da una spedizione in cui faceva parte, tra gli altri, anche il futuro Papa Pio XI, è sicuramente l’itinerario più comune per raggiungere il Bianco dal lato italiano. Partendo dalla Val Veny, si raggiunge il Rifugio Gonella, dove passerete la notte (ricordiamo di prenotare con largo anticipo il posto letto). Da qui, si risale tutto il Ghiacciaio del Dôme, superando poi il Col des Aiguilles Grises e affrontando alcune creste sottili e avvincenti, per poi arrivare al Rifugio Capanna Vallot e, successivamente, in vetta al Monte Bianco! La discesa avviene solitamente da una delle vie francesi ma, se le condizioni lo permettono, potete rientrare anche seguendo l’itinerario di salita. Il Re delle Alpi sta aspettando di essere conquistato!

Impegnativo · AD · Due giorni

Aosta e dintorni

Monte Emilius | Via ferrata

Lunga e molto difficile, quella che porta al Mont Emilius è sicuramente una delle vie ferrate più impegnative della Valle d’Aosta. Dato lo sviluppo complessivo, consigliamo di spezzare l’itinerario in due giorni, dormendo al Bivacco Federigo Zullo oppure al Rifugio Arbolle: ricordatevi che, oltre alla salita, dovrete affrontare anche la lunghissima discesa sulla via normale del Mont Emilius! In generale, la ferrata tocca punti esposti e passaggi difficili, anche se, con le dovute precauzioni, i tratti attrezzati risultano sicuri. Le difficoltà maggiori sono sicuramente legate all’ambiente, in quanto la via si inserisce in un contesto alpinistico. Per percorrerla tutta serve quindi forza fisica, esperienza e la giusta attrezzatura (potrebbero servire anche i ramponi); se non vi sentite sicuri, consigliamo di contattare una guida alpina. Il percorso risale lungo tutta la cresta Ovest dell’Emilius, la montagna simbolo di Aosta: inutile dire che, una volta in cima, il senso di appagamento e il panorama mozzafiato vi faranno dimenticare in un attimo di tutti gli sforzi fatti per raggiungere la vetta!

Difficile · D · Due giorni

Gran San Bernardo

Mont Gelé

Grande classica alpinistica nella Valpelline, la via che porta al Mont Gelé è sicuramente tra le più conosciute della zona, soprattutto grazie alla bellezza selvaggia degli ambienti attraversati e alla relativa facilità del percorso. Questo non deve ingannare: nonostante non siano presenti pericoli particolari, l’itinerario è molto lungo e faticoso, presenta ripidi pendii glaciali di circa 30 gradi e, nell’ultima parte, passa sul Ghiacciaio del Mont Gelé. La vetta, sormontata da una grossa croce di legno, è situata sul confine tra Italia e Svizzera ed è considerata la gemella del vicino Mont Avril. Per concludere la prima tappa avete due opzioni: la più classica prevede di dormire nel bellissimo Rifugio Crête Sèche (ricordatevi di prenotare con anticipo), mentre con la seconda, forse ancora più suggestiva, pernotterete al vicino Bivacco Spataro.

Facile · F · Due giorni

Monte Rosa

Mont Mars | Cresta Carisey

Situato al confine tra la Valle di Gressoney e la Valle dell’Elvo (provincia di Biella), il Mont Mars è la vetta più alta delle Alpi Biellesi. Da lassù, il panorama si apre sui giganti del Monte Rosa e sulla Pianura Padana. A Nord della vetta sorge la Riserva Naturale del Mont Mars, dove si trovano i Laghi ed il Rifugio della Barma. I percorsi per raggiungere la cima sono tanti, oggi andremo a vedere quello più adrenalinico e spettacolare, ovvero la Cresta Carisey. La via attraversa tutta la cresta rocciosa che collega il Colle Sella (vicinissimo al Rifugio Coda) al caratteristico roccione cubico chiamato Dado, oltre il quale si prosegue facilmente fino alla meta. La Carisey è una classica via di roccia di media difficoltà, in cui si alternano passaggi di II e III grado (e uno di IV) e tratti più semplici in cui si cammina. Le pareti sono tutte attrezzate con spit, soste e, in alcuni punti, con corde fisse. In ogni caso, alcuni tratti sono molto esposti e faticosi, perciò è necessario essere allenati ed avere la giusta esperienza su questo tipo di percorsi, oltre che tutta l’attrezzatura necessaria. Come per la salita, anche la discesa presenta varie alternative: se arrivate da Pian Coumarial, il sentiero più diretto è il 2D, che porta direttamente dalla cima al parcheggio.

Impegnativo · AD · Un giorno

Monte Cervino

Mont Rous | Ferrata Vofrède

Molto lungo ma facile e divertente, l’itinerario che porta al Mont Rous attraversa ambienti alpini duri, selvaggi e maestosi, sempre al cospetto dei giganti della zona e ripagati da un panorama mozzafiato. Nella prima parte del percorso ci si alza nel solitario vallone del torrente Créton, per poi raggiungere la morena rocciosa che porta all’attacco della Ferrata di Vofrède. Questa risulta facile e sicura, con vari tratti attrezzati in cui si affrontano pareti verticali, alternati a passaggi in cui si torna a camminare. La sua lunghezza complessiva potrebbe essere l’unico vero ostacolo, perciò consigliamo la via solo a chi gode di una buona forma fisica. Giunti al Colle di Vofrède non vi resta che seguire la semplice cresta che porta al Mont Rous, da dove la vista cadrà inevitabilmente sul Cervino. Per il ritorno, una volta tornati al colle, dovrete raggiungere il vicino Rifugio Perucca Vuillermoz, superando il Gran Lago e il Lago del Dragone. Da lì, si torna al parcheggio scendendo dalla via normale per il rifugio. Come abbiamo detto, la difficoltà maggiore dell’itinerario è sicuramente rappresentata dal suo enorme sviluppo: considerate che per il giro completo saranno necessarie quasi 8 ore!

Facile · F · Un giorno

Gran San Bernardo

Mont Velan

Situato tra la Val d’Entremont in Svizzera, la Valle del Gran San Bernardo e la Valpelline, il Mont Velan è certamente uno dei monti più conosciuti della zona. Nonostante la sua via normale sia quella svizzera, esistono vari altri passaggi per raggiungere la vetta, tra i quali il più importante è sicuramente quello che passa per il Bivacco Rosazza-Savoie. La via non è particolarmente difficile, anche se molto lunga e faticosa. Una volta giunti al Colle di Valsorey, dovrete percorrere tutta la cresta in direzione Sud-Est che, con vari saliscendi ed alcuni passaggi di arrampicata, permette di superare colli e punte minori. In seguito, affronterete un lungo tratto sul Ghiacciaio di Valsorey, in un ambiente davvero grandioso. Risaliti alcuni pendii nevosi sarete sulla cupola sommitale del Mont Velan: inutile descrivere il panorama, sarebbe riduttivo! La discesa avviene sullo stesso percorso dell’andata, perciò dovrete affrontare nuovamente il ghiacciaio e la lunga cresta. Dati i molti passaggi tecnici, consigliamo di contattare una guida alpina, soprattutto se non avete la giusta esperienza alpinistica.

Medio · PD · Due giorni

Aosta e dintorni

Percorso Panorama | Via Ferrata

Godibile, divertente e impreziosito da una vista mozzafiato, il Percorso Panorama è sicuramente un must per gli amanti delle vie ferrate. La via porta alla Punta Valletta, sorella minore (si fa per dire) delle ben più famose Becca di Nona e Mont Emilius, attraversando la cresta spartiacque tra la conca di Pila e la Val di Cogne. Il percorso inizia al Col Tsa Sèche, raggiungibile a piedi da entrambe le vallate, oppure in seggiovia da Pila (Chamolé prima e Couis 1 poi). Nonostante non presenti particolari pericoli, ricordiamo di non lasciare a casa tutta l’attrezzatura di sicurezza per questo tipo di percorso: alcuni tratti, infatti, risultano particolarmente esposti ed aerei, molto pericolosi in assenza di equipaggiamento. Infine ricordiamo che, sebbene i passaggi siano generalmente semplici, la lunghezza complessiva della via potrebbe mettere alla prova la vostra resistenza fisica e, per questo, consigliamo il Percorso Panorama solo a chi gode di una buona forma fisica.

Facile · F · Un giorno

Monte Bianco

Petit Mont Blanc

Abbastanza lunga ma priva di pericoli e difficoltà tecniche, il Petit Mont Blanc è perfetto per chi si sta avvicinando al mondo dell’alpinismo. La via si snoda nella Val Veny, passando per il pianoro di Combal e salendo tra le pareti del Mont Tseuc e delle Aiguilles de Combal, oltre le quali si arriva al Bivacco Rainetto, tappa fondamentale per ascensioni più impegnative, per esempio quella verso l’Aiguille de Tré La Tête. Attraversata la cresta nevosa, sarete sulla cima: nonostante siate ad oltre 3400 metri di altitudine, non potrete che sentirvi piccoli al cospetto del Monte Bianco e di altri giganti come l’Aiguille du Glacier e la leggendaria Aiguille Noire de Peuterey. Insomma, il panorama è davvero maestoso e ripaga ampiamente per tutta la fatica accumulata durante la salita!

Facile · F · Un giorno

Monte Rosa

Piramide Vincent

Grande classica alpinistica, la via che porta alla Piramide Vincent è sicuramente una delle più spettacolari dell’intero Massiccio del Monte Rosa, sia per gli ambienti che si attraversano, sia per la divertente salita e, soprattutto, per il panorama magnifico di cui si gode dalla vetta. La cima, situata tra la Punta Giordani e il Balmenhorn, è considerata uno dei principali 4000 del Monte Rosa, soprattutto per la sua parete Ovest che, come avrete intuito, ricorda una piramide. L’ascesa è abbastanza facile e breve, tanto da poter essere percorsa in giornata passando per il Rifugio Gnifetti. Essendo una meta molto frequentata, solitamente è presente una traccia ben marcata, perdersi sul grande Ghiacciaio del Lys sarà impossibile! In ogni caso, i pericoli non mancano: proprio il ghiacciaio, a causa del riscaldamento globale, diventa di anno in anno più crepacciato, specialmente nel tratto che passa sotto la Ovest della Piramide; prestate molta attenzione e, se non siete alpinisti esperti, rivolgetevi ad una guida alpina. Volendo, dopo aver raggiunto la vetta, potete tornare al Colle Vincent e, da lì, risalire fino al vicinissimo Balmenhorn, conquistando due giganti nella stessa giornata!

Facile · F · Un giorno

Monte Rosa

Polluce

Situato sulla catena di confine tra Italia e Svizzera, il Polluce è sicuramente una delle vette più famose del Massiccio del Monte Rosa e, insieme al vicino Castore, forma il cosiddetto Massiccio dei Gemelli. I due monti hanno parecchie caratteristiche in comune, anche se le similitudini tra di loro sono maggiormente visibili dal versante svizzero. Rispetto al Castore, la via che porta al Polluce è più lunga ed impegnativa (e per questo meno frequentata): sarà necessario pernottare al Rifugio Guide d’Ayas o al Rifugio Mezzalama, entrambi raggiungibili dopo molte ore di cammino attraverso il selvaggio fondovalle della Val d’Ayas. Il giorno seguente, la traccia risale lungo il grande Ghiacciaio di Verra, fino ad arrivare alla base della cresta Sud-Ovest; questa è da affrontare con l’aiuto di alcune catene che permettono di superare in sicurezza i punti più critici. In ogni caso, come sottolineato nelle nostre precauzioni, l’ascesa è fisicamente provante e, se non siete alpinisti esperti, consigliamo di contattare una guida alpina. Detto ciò, il panorama mozzafiato di cui godrete dalla cima e l’ambiente meraviglioso in cui sarete immersi per due giorni saranno la ricompensa perfetta per tutte le vostre fatiche!

Medio · PD+ · Due giorni

Gran Paradiso

Punta Basei

Situata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, più precisamente tra la Val di Rhêmes e la piemontese Valle dell’Orco, la Punta Basei rientra di diritto nei grandi classici della zona. La via normale inizia al Rifugio Savoia, che si trova ai Piani del Nivolet nella Valsavarenche: arrivando dalla Valle d’Aosta, potete raggiungere il rifugio con una semplice camminata di circa due ore, mentre dal Piemonte si arriva in macchina. Il percorso passa per il bel Lago Leita, dal quale si sale facilmente al Col Basei. Da lì, dovrete affrontare la cresta, che presenta come unico ostacolo un breve tratto attrezzato in cui si arrampica. Come avrete intuito, le difficoltà sono molto contenute e, con un po’ di attenzione, la via alpinistica risulta davvero facile e adatta anche a chi ha poca confidenza con la disciplina (in ogni caso, se non siete esperti, andate solo se accompagnati da una guida alpina). Nonostante la sua semplicità, la via che porta alla Punta Basei risulta estremamente appagante, sia per gli ambienti attraversati, sia per lo splendido panorama che si apre una volta raggiunta la cima.

Facile · F · Un giorno

Monte Cervino

Punta di Fontanella e Monte Dragone

Situati sulla lunga cresta che divide la Valtournenche dalla Valpelline, il Monte Dragone e la Punta di Fontanella sono sicuramente due tra le vette più interessanti dal punto di vista alpinistico della zona. L’itinerario passa per il Rifugio Perucca Vuillermoz, raggiungibile in circa 4 ore di bella camminata: consigliamo di pernottare qui, in modo da affrontare al meglio la seconda metà del percorso. La via vera e propria inizia al Colle di Valcornera, dove si attacca la cresta rocciosa che porta prima sulla cima della Punta di Fontanella Sud, poi sulla Punta Nord-Est e, infine, sul Monte Dragone. Nonostante molti tratti siano esposti ed aerei, l’attraversamento della dorsale risulta divertente e mai troppo difficile, con molti passaggi di semplice arrampicata (II e III grado) e un grande risalto di 40 metri un po’ più difficile e faticoso (alcuni punti sono di IV grado). Per la discesa dal Monte Dragone basterà seguire la cresta verso Nord e, guidati da alcuni ometti, trovare il punto giusto da cui scendere fino al Colle Bella Tsa, dal quale si raggiunge velocemente il rifugio. Tutta la via si svolge in un ambiente maestoso, duro, selvaggio e poco battuto, il tutto impreziosito dalla vista a 360 gradi su tutta l’area del Cervino e non solo. In ogni caso, l’itinerario va affrontato con la giusta preparazione fisica, un’ottima esperienza alpinistica e l’attrezzatura adatta a questo tipo di percorso.

Impegnativo · AD- · Due giorni

Monte Rosa

Punta Dufour | Cresta Rey

La Punta Dufour è, con i suoi 4634 metri, la vetta più alta del Massiccio del Monte Rosa e la seconda più alta delle Alpi. La montagna è situata sul confine tra Italia e Svizzera, più precisamente sulla lunga ed imponente catena in cui rientrano anche le Punte Gnifetti, Zumstein e Nordend. Questa è molto famosa per il suo imponente versante Est, una parete di 2000 metri di tipologia himalayana (l’unica del suo genere nell’intero arco alpino, oltre che la più alta) che scende a picco sul comune di Macugnaga. Qui, un tempo, erano presenti alcune tra le vie alpinistiche più difficili e leggendarie d’Europa, oggi in disuso data la loro pericolosità. Le vie per conquistare questa iconica cima sono molte, noi oggi andremo a vedere una delle più avvincenti, ovvero quella che risale integralmente la Cresta Rey. Il percorso parte dal Rifugio Gnifetti, dal quale si attraversa tutto il Ghiacciaio del Lys e si supera l’omonimo colle. La traccia, successivamente, porta ad attraversare il crepacciato Ghiacciaio del Grenz: qui fate molta attenzione alle scariche provenienti dalla cresta Sud-Ovest della Punta Zumstein. Giunti alla base della cresta, si attacca la via vera e propria. Questa non è tecnicamente difficile (il passaggio più complicato è di IV grado) ma, data la lunghezza e l’ambiente estremo, occorre prestare molta attenzione ed essere sempre ben concentrati, soprattutto vista la presenza di sfasciumi e pietre instabili. Una volta raggiunta la vetta della Punta Dufour, dovrete scendere seguendo la via normale italiana, perdendo quota fino al Colle Zumstein (o del Papa) e affrontando la cresta Nord che porta in cima alla Punta Zumstein; da qui in poi, la discesa diventa decisamente più semplice. Inutile dire che, sia dalla vetta, sia durante tutta la traversata in cresta, il panorama e gli ambienti attraversati lasciano senza fiato!

Impegnativo · AD+ · Due giorni

Gran Paradiso

Punta Galisia

Situata al confine con la Valle dell’Orco e con la francese Val d’Isère, la Punta Galisia svetta sul fondo della Val di Rhêmes, al limite Sud-Est del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Arrivare fino alla cima non è difficile, anche se la lunghezza dell’itinerario e qualche tratto scomodo sul Ghiacciaio du Fond potrebbero creare qualche problema ai meno esperti. Proprio sul ghiacciaio si possono incontrare gli unici pericoli della via: infatti, sono presenti alcuni crepacci, normalmente ben visibili ma da aggirare con attenzione. Date le premesse, ricordiamo di non dimenticarvi l’attrezzatura da ghiaccio e, se siete alle prime armi in questa disciplina, di contattare una guida alpina. La via passa per l’accogliente Rifugio Benevolo, dove consigliamo di fare una pausa. Volendo, potete spezzare l’itinerario in due giorni, pernottando in questo bellissimo edificio. Il tratta che porta dal rifugio al ghiacciaio è forse il più spettacolare della Val di Rhêmes, con l’imponente cresta di confine a Sud, la Granta Parey a Ovest e tutto intorno a voi le selvagge praterie solcate dalla Dora di Rhêmes. Una volta in cima, il panorama spazia su tutte le valli che circondano la punta: il colpo d’occhio è notevole, non rimarrete delusi!

Facile · F · Un giorno

Aosta e dintorni

Punta Garin

Situata in un angolo remoto della Val di Cogne, la Punta Garin è considerata la sorella minore del Mont Emilius: proprio per questo, la vetta è, a torto, poco frequentata. Le vie per conquistare la cima sono molte, tutte lunghe, faticose e di media difficoltà; qui descriveremo la salita che parte da Pila. Il percorso passa per l’accogliente Rifugio Arbolle, dove potrete spezzare l’itinerario (ricordatevi di prenotare in anticipo il pernottamento). In alternativa, sarà possibile terminare la prima tappa al Bivacco Nebbia, posto poco al di sotto del Col Garin: il bivacco è dotato di pochi posti letto ma, essendo la zona poco battuta, solitamente si trova posto. Una volta raggiunto il Lago Garin, l’ascesa si fa più complessa, in quanto si risale attraverso sfasciumi e detriti instabili e franosi. Fortunatamente, una volta giunti in cresta, la qualità della roccia diventa decisamente migliore. La via diventa una bella scalata, in cui si alternano semplici passaggi di arrampicata, tratti leggermente più complessi di II grado e un diedro con tetto finale di grado III+. Dalla cima, il panorama si apre su molti giganti della Valle d’Aosta, con menzione particolare per la Grivola, il Gran Paradiso e il vicinissimo Mont Emilius.

Impegnativo · AD- · Due giorni

Monte Rosa

Punta Giordani

Nonostante i suoi 4046 metri di altezza, la Punta Giordani è considerata una delle vette alpinistiche più facili del Monte Rosa, basti pensare che è stato il primo “4000” del massiccio ad essere stato conquistato. Per essere precisi, non si tratta nemmeno di un monte vero e proprio: la Giordani è, infatti, la spalla della più celebre Piramide Vincent. La via, soprattutto grazie agli impianti che portano fino a Punta Indren, è breve e poco faticosa e presenta, come unica difficoltà, alcuni passaggi di arrampicata un po’ esposti. Insomma, questa è l’ascesa perfetta per chi si sta avvicinando al mondo dei 4000 e per tutti gli alpinisti esperti alla ricerca della meta perfetta per acclimatarsi prima di salite più impegnative. Detto questo, il percorso non deve essere sottovalutato, soprattutto per i meno esperti ed abituati a queste altitudini: consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Gli incredibili ambienti glaciali in cui vi muoverete e la vista che si apre dalla cima saranno la ricompensa perfetta per i vostri sforzi!

Facile · F+ · Un giorno

Gran Paradiso

Punta Tersiva

Molto lunga ma decisamente facile e con pochissime difficoltà, la via che porta alla Punta Tersiva attraversa tutto il selvaggio vallone di Grauson nella Val di Cogne. La vetta rappresenta il punto d’incontro tra i valloni di Urtier, Grauson e la Val Clavalité: ci sono diversi percorsi per conquistarla, noi qui abbiamo descritto il più facile e il più classico. La via, come detto, presenta poche difficoltà ma, dato lo sviluppo complessivo, va affrontata solo se si gode di una buona forma fisica e resistenza. Il Ghiacciaio del Tessonet solitamente non ha crepacci ed è, in ogni caso, completamente aggirabile. L’unico tratto molto faticoso è il ripido e franoso pendio che porta al Colle della Tersiva. Da qui in poi, si sale su facile cresta raggiungendo la punta, in cui sono poste una grande statua della Madonna, un altare e una croce di vetta. Ricordiamo che potete spezzare l’itinerario in due giorni, pernottando al nuovissimo Rifugio Grauson oppure, per un’esperienza più wild, al Bivacco Muggia-Glarey. Vero punto forte della Tersiva è la vista sensazionale di cui godrete dalla cima: data l’assenza di montagne più alte nelle vicinanze, potrete riconoscere facilmente tutti i giganti valdostani. Si tratta, senza ombra di dubbio, di uno dei punti panoramici migliori della Valle d’Aosta.

Facile · F · Due giorni

Monte Cervino

Punta Tzan | Cresta Rey

La Punta Tzan è certamente la vetta più riconoscibile e caratteristica della conca al di sopra di Torgnon, soprattutto grazie alla sua forma massiccia e alla sua guglia appuntita. L’itinerario si svolge normalmente in due giorni, appoggiandosi al Bivacco Rivolta situato al Col de Fort. Per raggiungerlo, ci si alza nel bellissimo vallone costellato di alpeggi tipici, pascoli verdeggianti e boschi rigogliosi. Dal bivacco in poi, il paesaggio cambia drasticamente, diventando decisamente più selvaggio e solitario ma non meno suggestivo. Per conquistare la cima, si percorre la lunga e divertente Cresta Rey, una dorsale rocciosa perfetta per gli amanti dell’arrampicata: i passaggi sono abbastanza semplici (dal II al IV grado) ma esposti, aerei e faticosi; per questo motivo, consigliamo di affrontare la salita solo a chi ha una buona buona esperienza su questo tipo di percorso e accompagnati da una guida alpina. La discesa sul versante Sud risulta abbastanza difficoltosa, soprattutto per il terreno scivoloso e per alcune roccette instabili: procedete con cautela! In ogni caso, la bellezza severa degli ambienti attraversati e la vista magnifica sul Cervino ed il Monte Rosa di cui godrete dalla cima sapranno ripagarvi per tutte le vostre fatiche!

Impegnativo · AD · Due giorni

Monte Rosa

Punta Zumstein

Terza vetta più alta del Massiccio del Monte Rosa, la Punta Zumstein svetta al confine tra Italia e Svizzera, più precisamente tra la Punta Gnifetti e quella Dufour. La vetta è molto famosa per il suo imponente versante Est, una parete di 2000 metri di tipologia himalayana (l’unica del suo genere nell’intero arco alpino) su cui, un tempo, erano presenti alcune tra le vie alpinistiche più difficili e leggendarie d’Europa. Fortunatamente, gli altri versanti della Zumstein risultano decisamente più abbordabili: non a caso, si tratta di uno dei 4000 più facili del Monte Rosa! La via normale che parte dalla Valle d’Aosta è, per buona parte, la stessa di quella che porta alla Capanna Margherita. Dal Rifugio Gnifetti, dove dormirete il primo giorno, la traccia risale il crepacciato Ghiacciaio del Lys, per arrivare nei pressi del Colle Gnifetti. Una volta lì, dovrete affrontare la sottile e spettacolare cresta Est della Zumstein, oltre la quale si raggiunge velocemente la vetta. Da lassù, il panorama è veramente grandioso, quasi impossibile da descrivere! Ovviamente, l’itinerario non deve assolutamente essere sottovalutato (leggete le nostre precauzioni): se non siete alpinisti esperti, consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina!

Facile · F+ · Due giorni

Monte Bianco

Pyramides Calcaires

Le due punte che costituiscono le Pyramides Calcaires sono senza dubbio tra gli elementi più caratteristici dell'alta Val Veny: dalla forma aguzza e, come suggerisce il nome, formate da roccia calcarea, le due vette si distinguono nettamente da tutte le altre cime della zona. La salita classica conduce alla punta Sud-Est passando per la cresta che si alza dal retro del bellissimo Rifugio Elisabetta. La via è perfetta per gli alpinisti amanti dell’arrampicata su roccia: la scalata, lunga ma abbastanza semplice, alterna tratti di II grado, passaggi di III e sentieri camminabili. Prestate attenzione ad alcuni tratti un po’ franosi e scivolosi, specialmente durante la discesa che, come vedrete, presenta varie alternative (noi qui abbiamo descritto quella principale). Alle Pyramides, ancor più che in altri posti, evitate in qualunque modo di far cadere massi e pietre, soprattutto se ci sono altre persone lungo la via!

Medio · PD · Un giorno

Monte Bianco

Rifugio Boccalatte-Piolti

Storico rifugio valdostano, il Boccalatte-Piolti fu costruito nel 1881 come punto d’appoggio per le ascese alle Grandes Jorasses. Non a caso, il suo primo nome fu Capanna delle Grandes Jorasses ed è, ancora oggi, il punto di riferimento principale per le sfide alpinistiche e di arrampicata di questo leggendario massiccio. Da allora, ovviamente, ci sono stati parecchi lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza sia dell’edificio che del sentiero per arrivarci. Quest’ultimo è abbastanza lungo e passa per alcuni tratti esposti e zone attrezzate, perciò consigliamo l’itinerario solo a chi ha una buona forma fisica ed esperienza alpinistica. In ogni caso, l’ambiente maestoso e la vista incredibile sulla Val Ferret di cui godrete una volta arrivati vi faranno dimenticare subito della fatica fatta per arrivare quassù! Per chi volesse tentare una delle vie per le Grandes Jorasses, ricordiamo di prenotare con largo anticipo il proprio pernottamento, in quanto i posti disponibili non sono tanti e vanno spesso a ruba.

Facile · F · Un giorno

Monte Rosa

Rifugio Capanna Gnifetti

La Capanna Gnifetti è, senza ombra di dubbio, uno dei rifugi più maestosi e importanti dell’intero arco alpino. Il grandissimo edificio, situato su un promontorio ai piedi dei ghiacciai del Lys e del Garstelet, è il punto d’appoggio principale per tutte le traversate e le ascensioni alpinistiche del versante Sud del Monte Rosa, tra cui la Via Normale della Capanna Margherita, il percorso per la Piramide Vincent e la traversata del Lyskamm, solo per citarne alcuni. La storia del rifugio è molto antica, basti pensare che già nel 1876 fu costruito il primo bivacco sul roccione che oggi ospita la Capanna: un luogo tattico e decisamente panoramico! Nel corso degli anni, la struttura è stata via via sempre più ingrandita e migliorata, arrivando ad essere totalmente sostituita nel 1967 con l’attuale costruzione, che dispone di 176 posti letto e di un locale invernale. Per arrivare fino a qui, vi basterà prendere gli impianti di risalita fino a Punta Indren, dal quale parte una comoda traccia che attraversa il Ghiacciaio di Indren e un breve tratto di quello del Garstelet. Superati alcuni tratti attrezzati, si arriva comodamente e in poco meno di 2 ore al rifugio. In alternativa, potete salire fino al Rifugio Città di Mantova e, da lì, affrontare gli ultimi 100 metri di dislivello che vi separano dalla meta: va detto che questa opzione è consigliabile solo se non avete in programma di continuare per una delle tante vie alpinistiche che partono dalla Capanna Gnifetti.

Facile · F · Un giorno

Monte Bianco

Rifugio Franco Monzino | Via Ferrata

Situato ai piedi dell’anfiteatro severo e maestoso del versante Sud del Monte Bianco, più precisamente sulla cresta che divide il Ghiacciaio del Freney da quello del Brouillard, il Rifugio Franco Monzino è il punto d’appoggio principale per le vie che hanno fatto la storia dell'alpinismo valdostano, come il leggendario Pilone Centrale, la Cresta del Peuterey, l’Aiguille Noire e la Cresta dell’Innominata. Non solo vie estreme, da qui partono anche percorsi semplici in cui prendere confidenza con la disciplina: non a caso le Guide Alpine portano spesso i loro clienti in questa zona per insegnare le basi dell’alpinismo. Il rifugio è stato costruito in sostituzione del vecchio Rifugio Gamba, di cui si possono ancora vedere i resti. Proprio dietro ai ruderi del Gamba si trova una semplice ma suggestiva parete di arrampicata sportiva. Il Monzino è raggiungibile grazie ad una stupenda via ferrata divisa in tre sezioni, delle quali la seconda è quella più impegnativa. In ogni caso, seguendo le corrette misure di sicurezza, la via è sicura, nonostante sia fisicamente impegnativa e poco adatta a chi soffre di vertigini.

Facile · F · Un giorno

Monte Bianco

Rifugio Gonella

Situato sul fondo della Val Veny, lo storico Rifugio Gonella è il punto d’appoggio principale per la Via Normale Italiana del Monte Bianco, di cui rappresenta la fine della prima tappa. In ogni caso, arrivare fin qui non è cosa da tutti: lo sviluppo è notevole, così come il dislivello, e non mancano punti difficili, tratti attrezzati, e passaggi su ghiaccio in cui prestare attenzione ai crepacci (solitamente visibili). Dopo aver superato il bel Ristoro Combal, la via attraversa in falsopiano tutto il Ghiacciaio del Miage, passando a sinistra dei Ghiacciai del Monte Bianco e del Dôme. Terminato questo tratto quasi infinito, si aggira una zona crepacciata per poi risalire lo sperone roccioso che conduce al rifugio. L’arrivo al Gonella può essere inteso come meta finale o come punto d’appoggio per vie alpinistiche più impegnative, come quelle che portano all’Aiguille de Bionnassay e alle Aiguilles Grises, oltre che al sopraccitato itinerario per il Monte Bianco. Il vecchio rifugio è stato ristrutturato e completamente sostituito con l’attuale struttura nel 2011 e dispone di un locale invernale sempre aperto.

Facile · F · Un giorno

Monte Cervino

Rifugio Jean-Antoine Carrel

Lungo e faticoso, l’itinerario che porta al Rifugio Jean-Antoine Carrel attraversa i territori più a Nord della Valtournenche, arrivando al confine con la Svizzera. L’edificio, aperto tutto l’anno, è stato costruito in sostituzione del vecchio bivacco Luigi Amedeo di Savoia, pesantemente rovinato dalle numerose frane del 2002-2003. Passando per il Rifugio Oriondé e la panoramica Croce di Carrel, la via si alza fino al Colle del Leone, dal quale parte la dura e difficile Cresta del Leone. Quest’ultima va affrontata con la dovuta esperienza e un’ottima forma fisica, soprattutto visti i tanti passaggi di arrampicata tra cui, soprattutto, la parete chiamata Cheminée, dove si scalano 6 metri di parete strapiombante, quasi totalmente di forza e aiutati solo da alcune corde fisse. Se non siete alpinisti esperti, è d’obbligo rivolgersi ad una guida alpina. Il rifugio, o bivacco, è il punto d’appoggio principale per la Via Normale del Cervino: data la grande richiesta, se volete pernottare qui, è necessario prenotare con largo anticipo. In ogni caso, date le difficoltà per raggiungerlo, il rifugio può essere considerato come meta finale dell’itinerario (tradotto: nessuno vi obbligherà a salire sul Cervino)!

Medio · PD+ · Un giorno

Monte Rosa

Roccia Nera e Gemello del Breithorn

Un dislivello notevole ed uno sviluppo enorme sono gli ingredienti principali della via che dalla Val d’Ayas porta alla Roccia Nera e al Gemello del Breithorn. Questa è un’ottima alternativa al percorso più classico che parte da Plateau Rosà: nonostante l’itinerario sia molto più lungo, qui potrete apprezzare la severità e la purezza degli ambienti glaciali del Monte Rosa, pesantemente rovinati dai tanti impianti di risalita e dalle piste da sci sul versante di Valtournenche. Insomma, l’ascesa è perfetta per gli amanti della montagna selvaggia e incontaminata! La via attraversa tutto il fondo della Val d’Ayas, raggiungendo prima il bellissimo Rifugio Mezzalama, poi il Rifugio Guide d’Ayas, dove finisce la prima tappa. Non dimenticatevi di prenotare in anticipo il vostro pernottamento! Il giorno seguente si risale il grande Ghiacciaio di Verra, transitando sotto le pareti dei più famosi Castore e Polluce. Giunti al Bivacco Rossi-Volante, dovrete risalire il ripido scivolo nevoso che permette di salire in cima alla cresta sommitale. Da lì, avrete a destra la Roccia Nera e a sinistra il Gemello del Breithorn (anche chiamato Quota 4106). Fate attenzione sia sul ghiacciaio sia sulla cresta, in quanto sono presenti crepacci e cornici, queste ultime soprattutto sul versante svizzero. I passaggi di arrampicata, invece, sono abbastanza semplici (I e II grado). La via va percorsa solo se si gode di un’ottima forma fisica e se si ha esperienza d’alta montagna. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina.

Medio · PD · Due giorni

Mont Avic e Valle Centrale

Rosa dei Banchi

Situata sulla cresta che divide la Valle d’Aosta ed il Piemonte, la Rosa dei Banchi è sicuramente una delle destinazioni alpinistiche più famose della zona. La via è abbastanza semplice e, salvo alcuni passaggi aerei in cresta e il pendio decisamente scivoloso prima del Colle della Rosa, non presenta grandi difficoltà. In ogni caso, per raggiungere la cima servirà una buona forma fisica ed esperienza, soprattutto visti i (facili) passaggi di arrampicata e il grosso salto che affronterete lungo la cresta. L’itinerario tocca i due rifugi dell’Alta Valle di Champorcher, ovvero il Dondena e il Miserin: quest’ultimo si trova a pochi passi dall’omonimo lago, uno dei più grandi della regione. In generale, gli ambienti attraversati sono davvero suggestivi, così come il panorama di cui godrete una volta arrivati in cima, che spazia dai giganti valdostani alle vette piemontesi. La Rosa dei Banchi è, a tutti gli effetti, l’unica vera ascensione alpinistica della zona del Mont Avic, in quanto è l’unico monte a presentare ancora un ghiacciaio. Tuttavia, complice il riscaldamento globale, questo risulta fortemente in diminuzione ed è, purtroppo, destinato a scomparire.

Facile · F+ · Un giorno

Gran Paradiso

Testa del Rutor

La Testa del Rutor è senza ombra di dubbio una delle vette più iconiche di questo angolo delle Alpi, non tanto per la difficoltà delle sue vie, ma per la sua forma particolare e ben visibile dal fondo valle, per l’ambiente maestoso in cui è immersa e per gli scorci panoramici che regala una volta arrivati in cima. Quella che parte dalla Valgrisenche è considerata la seconda Via Normale della Testa del Rutor (la prima è quella che si alza nel vallone di La Thuile): la salita è abbastanza lunga ma non presenta grossi pericoli o tratti particolarmente difficili, se non il ripido scivolo poco prima del Colle del Rutor. Data la sua relativa semplicità, l’ascesa è perfetta per chi si sta avvicinando all’alpinismo anche se, come sempre in questi casi, consigliamo di affidarvi ad una guida alpina, o comunque ad un alpinista esperto. La prima tappa del percorso termina al bellissimo Rifugio degli Angeli, dove potrete ricaricare le energie in vista della seconda parte: quest’ultima si svolge principalmente sul Ghiacciaio del Morion, ormai in recesso a causa del riscaldamento globale. Imperdibile la vista dal colle e dalla vetta, dove sarete letteralmente circondati dai ghiacciai, in modo particolare da quello del Rutor!

Facile · F · Due giorni

Gran San Bernardo

Tête de Valpelline

La Tête de Valpelline, come suggerisce il nome, si trova sul fondo della Valpelline, in un angolo di mondo selvaggio e severo, dove a farla da padrone sono le vette aguzze sul confine italosvizzero e gli imponenti Ghiacciai di Tza de Tzan e delle Grandes Murailles. La via per raggiungere la cima è lunga ma abbastanza facile e con pochi pericoli (soprattutto crepacci, solitamente ben visibili). Il primo giorno raggiungerete il bellissimo Rifugio Aosta in circa 4 ore di cammino: ricordiamo, come sempre, di prenotare con anticipo il vostro pernottamento! Nella seconda tappa del percorso, affronterete prima la ripida e scomoda salita al Col de la Division, poi il tratto sul Ghiacciaio di Tza de Tzan. Quest’ultima parte richiede un po’ di esperienza in quanto, a seconda delle condizioni del ghiaccio, avrete diverse possibilità di salita: noi qui abbiamo descritto la più classica, che prevede la risalita diretta fino alla semplice cresta. In alternativa, potete attraversare il ghiacciaio verso Nord, puntando alla Tête Blanche; prima di raggiungerla, svoltate a destra per arrivare al Colle di Valpelline e, da lì, percorrete la dorsale verso Sud. Il panorama mozzafiato e l’ambiente suggestivo vi ripagheranno ampiamente per tutti gli sforzi fatti… e se non vi basta, consigliamo un buon pasto al Rifugio Prarayer una volta tornati alla Diga di Place Moulin per concludere al meglio la due giorni in alta montagna!

Facile · F+ · Due giorni

Monte Bianco

Tour Ronde | Parete Nord

Situata sul confine tra Italia e Francia, la Parete Nord della Tour Ronde rappresenta sicuramente una grande sfida per tutti gli alpinisti: una buona esperienza, un’ottima forma fisica e tutta l’attrezzatura adeguata sono assolutamente necessarie, in quanto si andranno ad affrontare pendii ghiacciati con pendenze massime di 65 gradi! La discesa avviene sulla via normale, la quale porta al Colle Freshfield prima e al Col d’Entrèves poi. Anche qui, è richiesta la massima cautela, in quanto alcuni passaggi sono decisamente ripidi e si passa su roccette e sfasciumi instabili. Inoltre, è richiesta una buona condizione del manto nevoso, soprattutto nel canale che unisce i due colli, e bisogna prestare attenzione alla crepacciata finale, solitamente evidente. In ogni caso, la via si svolge in un ambiente maestoso: qui, vi troverete immersi in un vero e proprio mare di ghiaccio, e sarete circondati dai giganti del Massiccio del Monte Bianco (di cui la Tour Ronde fa parte). Per affrontare l’ascesa nelle condizioni più sicure, consigliamo di spezzare la salita in due giorni, pernottando al Rifugio Torino e partendo all’alba. Come sempre, vi ricordiamo di prenotare la notte al rifugio con largo anticipo.

Difficile · D- · Due giorni