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Gran Paradiso
Ciarforon Parete Nord
Dalla caratteristica forma a panettone, il Ciarforon svetta sul fondo della Valsavarenche ed è, con buona ragione, una delle mete alpinistiche più ambite all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il suo versante Nord, infatti, è una classica parete verticale di ghiaccio e neve, perfetta per gli amanti dell’arrampicata su questi terreni. Ovviamente, la via è adatta solo a chi ha un’ottima esperienza, capacità di valutazione e una grande preparazione fisica; oltre a questo, sarà necessaria tutta l’attrezzatura da ghiaccio, insieme ad una corda di almeno 60 metri per la discesa. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Per affrontare al meglio l’ascesa, potete pernottare al Rifugio Vittorio Emanuele II (ricordatevi di prenotare con anticipo) in modo da affrontare la scalata nelle migliori condizioni possibili grazie al rigelo notturno. Purtroppo, complice il riscaldamento climatico, il ghiaccio sulla parete si sta assottigliando di anno in anno: basti pensare che, una volta, nella parte centrale della via era presente un grandissimo ed imponente seracco pensile, oggi del tutto esaurito. In ogni caso, le difficoltà sono sempre mediamente alte, sia nella salita, dove si risale con pendenze tra i 40 e i 50 gradi (qualche metro addirittura a 60) sia in discesa. Questa avviene sulla cresta Nord-Est, considerata la via normale del Ciarforon: il percorso è di difficile intuizione e saranno necessarie due o tre doppie calate. Detto questo, la conquista della mitica Nord del Ciarforon saprà regalarvi emozioni davvero forti, sia per l’avvincente scalata, sia per il panorama mozzafiato una volta raggiunta la cima.

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Grande Rousse | Punta Nord
Formata da due punte, la Grande Rousse è la cima più alta della catena che divide la Val di Rhêmes dalla Valgrisenche. I molti ghiacciai che la circondano e la sua cima appuntita fanno della Grande Rousse una delle montagne più riconoscibili ed affascinanti della zona. Data la grande difficoltà dell’imponente versante di Rhêmes, la via normale è stata aperta in Valgrisenche. In ogni caso, questo non significa che sia semplice: molti passaggi sono complicati, sul Ghiacciaio d’Invergnan sono presenti numerosi crepacci e alcuni pendii sono ripidissimi e molto faticosi. Oltre a tutto questo, vanno tenuti in considerazione lo sviluppo ed il dislivello notevole e alcuni tratti di arrampicata fino al III grado abbastanza esposti. Come potete immaginare, l’ascesa va affrontata solo se si gode di una buona forma fisica e se si ha un’ottima esperienza alpinistica. Inoltre, consigliamo di contattare una guida alpina. Data la lunghezza complessiva, la salita va divisa in due tappe, appoggiandosi al Bivacco Ravelli: questo si trova in un ambiente decisamente selvaggio e panoramico!

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Grand Sertz
Situata sulla cresta spartiacque tra la Valsavarenche e la Val di Cogne, il Grand Sertz (o Gran Serra) è una facile meta alpinistica nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. La cima, contrassegnata da una croce in ferro, è un punto panoramico eccezionale: da lassù, infatti, potrete ammirare tutti i giganti valdostani, in particolare quelli del gruppo del Gran Paradiso. La via è abbastanza semplice e passa per il bellissimo Rifugio Vittorio Sella, dal quale si sale fino al Ghiacciaio del Lauson: qui si trova uno dei pochi passaggi complicati dell’ascesa, ovvero il canale detritico che conduce al Colletto del Lauson, abbastanza scivoloso e pericoloso in assenza di neve. Tolto questo, il resto del percorso non presenta grossi problemi. La scalata per raggiungere la punta è molto divertente e, nonostante siano abbastanza esposti, i passaggi risultano facili e generalmente sicuri. In ogni caso, non sottovalutate mai l’alta montagna e, se non siete esperti alpinisti, rivolgetevi ad una guida alpina.

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Gran Paradiso | Parete Nord
Il Gran Paradiso è sicuramente una delle vette italiane più importanti e conosciute: oltre ad essere l’unico 4000 interamente nel nostro territorio, il Gran Paradiso presta il suo nome al più antico Parco Nazionale italiano. Nel corso degli anni, sono state aperte varie vie per conquistare questo gigante e, tra le tante, quella che risale la sua parete Nord è senza ombra di dubbio la più avvincente. Il percorso è una classica via di ghiaccio lunga, faticosa e decisamente atletica, anche se tecnicamente non difficile. In ogni caso, per affrontare l’itinerario, è richiesta un’ottima forma fisica e una grande esperienza sulle pareti di ghiaccio. Servirà tutta l’attrezzatura necessaria e, inoltre, consigliamo di contattare una guida alpina. Partendo dal Rifugio Chabod (tappa del primo giorno, ricordiamo di prenotare con largo anticipo), ci si alza sul Ghiacciaio di Laveciau, prestando attenzione ai crepacci. Giunti all’immensa parete Nord, si attacca il ripido ed imponente scivolo centrale, lungo all’incirca 600 metri. Questo, a seconda che sia ghiacciato o innevato, può risultare più o meno difficile da scalare, allungando o accorciando, a seconda dei casi, il tempo di salita. La discesa avviene sulla più semplice Via Normale.

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Gran Paradiso | Via Normale
Maestoso e famoso in tutto il mondo, il Gran Paradiso è la vetta più alta completamente in territorio italiano e presta il suo nome al primo Parco Nazionale del nostro paese. Non solo, rappresenta anche la meta ideale per chi si avvicina all’alpinismo e vuole conquistare il suo primo 4000. Infatti, l’ascesa è relativamente semplice, con facili passaggi su ghiaccio e brevi tratti su roccia. In ogni caso, durante tutto l’attraversamento sui ghiacciai dovrete procedere con cautela in quanto sono presenti molti crepacci, solitamente ben visibili ma molto numerosi, specialmente in stagione avanzata. Come sempre, vi consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina per un’esperienza sicura e indimenticabile. La Via Normale, qui descritta, è stata aperta nel 1860 e passa oggi per il Rifugio Vittorio Emanuele II. Da poco il percorso è stato rinnovato, con l’apertura di una nuova traccia più evidente, sicura e facile da seguire anche su ghiaccio, con tanti ometti a indicare la giusta direzione. Almeno una volta nella vita ogni Alpituder amante dell’alpinismo e dell’alta montagna dovrebbe risalire questa leggendaria cima!

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Granta Parei
La Granta Parei è senza ombra di dubbio la montagna simbolo di Rhêmes, oltre ad essere uno dei giganti più conosciuti dell’intero arco alpino. Questo è dovuto soprattutto alla sua forma caratteristica: non a caso, il suo nome significa Grande Parete, espressione che descrive al meglio l’imponente e maestosa parete Est della vetta, sempre ben visibile dall’Alta Val di Rhêmes. La via per conquistare la cima risale lungo la parete Ovest e, data la relativa facilità, è perfetta per tutti quelli che stanno prendendo confidenza con l’alpinismo (in ogni caso, è sempre meglio essere accompagnati da alpinisti esperti o, ancora meglio, da una guida alpina). Una volta giunti all’accogliente Rifugio Benevolo, il percorso si alza sulla destra dove, lungo la cresta della morena, si raggiunge il Ghiacciaio di Goletta. Seguendo le evidenti tracce e risalendo un ripido pendio, incontrerete prima la Punta Sud, poi, dopo alcuni passaggi di semplice arrampicata, la Punta Nord della Granta Parei, dove è posta una statua della Madonna. Inutile dire che il panorama da lassù è davvero mozzafiato, con tutta la Val di Rhêmes ai vostri piedi e i giganti della Valle d’Aosta (e non solo) all’orizzonte. Consigliamo di affrontare la salita ad inizio stagione, in modo da trovare i pendii ancora ben innevati: nonostante sia semplice, la seconda parte dell’itinerario non deve essere per nessun motivo sottovalutata.

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Grivola | Via Normale
La Grivola è senza alcun dubbio una delle vette più belle, famose e riconoscibili dell’intero arco alpino. La sua forma elegante e maestosa ha ispirato diversi poeti, uno su tutti Giosuè Carducci, rimasto affascinato dall’imponente versante Nord. La Grivola, con i suoi 3969 metri di altitudine, è la seconda montagna più alta interamente in territorio italiano e si trova sulla catena spartiacque tra la Val di Cogne e la Valsavarenche. La via per scalare questa mitica vetta parte da Cretaz, dal quale si raggiunge, in circa cinque ore, il Bivacco Gratton, meta finale del primo giorno: qui, consigliamo di dare un’occhiata alle vicine catene che permettono di scendere al Ghiacciaio del Trajo, in quanto al mattino, quando il sole non si è ancora levato, potrebbe essere difficile capire quali sono i passaggi da seguire. Il tratto sul ghiacciaio è, invece, molto facile, con solamente alcuni crepacci (ben visibili) a cui fare attenzione. La via vera e propria è formata da una lunga arrampicata su terreno friabile e franoso, che risale gran parte della parete Est della Grivola conducendo alla cresta Nord-Est. Da lì, si raggiunge facilmente la vetta, dal quale si apre un panorama sensazionale su tutta la Valle d’Aosta. L’itinerario è lunghissimo e adatto solo a chi gode di un’ottima forma fisica. Data la natura della roccia, l’ascesa va affrontata solo da alpinisti esperti e con dimestichezza su terreni instabili (leggete le nostre precauzioni). Decisamente consigliato contattare una guida alpina.

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La Tresenta
Situata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra la Valsavarenche e il Piemonte, la Tresenta rappresenta una semplice ed appagante salita alpinistica. La via passa per il Rifugio Vittorio Emanuele II, dove potrete pernottare dividendo l’ascesa in due giorni. Da qui, si sale facilmente e senza possibilità di errore fino a ciò che resta del Ghiacciaio del Moncorvè, alla base dell’imponente piramide che forma la vetta. Le vie di salita principali sono due, una sul versante Nord e l’altra sul versante Ovest: noi qui abbiamo descritto quella che sale sulla parete settentrionale, da preferire ad inizio stagione in condizioni di neve dura e ghiaccio. Le difficoltà, come detto, sono modeste, anche se i ripidi pendii glaciali potrebbero mettervi alla prova e la grande presenza di sfasciumi e detriti rendono alcuni punti instabili e pericolosi. Se non siete alpinisti esperti rivolgetevi ad una guida alpina. Dalla cima si gode di una splendida vista sui vicini Gran Paradiso e Ciarforon, oltre che su molti altri giganti valdostani.

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Punta Basei
Situata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, più precisamente tra la Val di Rhêmes e la piemontese Valle dell’Orco, la Punta Basei rientra di diritto nei grandi classici della zona. La via normale inizia al Rifugio Savoia, che si trova ai Piani del Nivolet nella Valsavarenche: arrivando dalla Valle d’Aosta, potete raggiungere il rifugio con una semplice camminata di circa due ore, mentre dal Piemonte si arriva in macchina. Il percorso passa per il bel Lago Leita, dal quale si sale facilmente al Col Basei. Da lì, dovrete affrontare la cresta, che presenta come unico ostacolo un breve tratto attrezzato in cui si arrampica. Come avrete intuito, le difficoltà sono molto contenute e, con un po’ di attenzione, la via alpinistica risulta davvero facile e adatta anche a chi ha poca confidenza con la disciplina (in ogni caso, se non siete esperti, andate solo se accompagnati da una guida alpina). Nonostante la sua semplicità, la via che porta alla Punta Basei risulta estremamente appagante, sia per gli ambienti attraversati, sia per lo splendido panorama che si apre una volta raggiunta la cima.

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Punta Galisia
Situata al confine con la Valle dell’Orco e con la francese Val d’Isère, la Punta Galisia svetta sul fondo della Val di Rhêmes, al limite Sud-Est del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Arrivare fino alla cima non è difficile, anche se la lunghezza dell’itinerario e qualche tratto scomodo sul Ghiacciaio du Fond potrebbero creare qualche problema ai meno esperti. Proprio sul ghiacciaio si possono incontrare gli unici pericoli della via: infatti, sono presenti alcuni crepacci, normalmente ben visibili ma da aggirare con attenzione. Date le premesse, ricordiamo di non dimenticarvi l’attrezzatura da ghiaccio e, se siete alle prime armi in questa disciplina, di contattare una guida alpina. La via passa per l’accogliente Rifugio Benevolo, dove consigliamo di fare una pausa. Volendo, potete spezzare l’itinerario in due giorni, pernottando in questo bellissimo edificio. Il tratta che porta dal rifugio al ghiacciaio è forse il più spettacolare della Val di Rhêmes, con l’imponente cresta di confine a Sud, la Granta Parey a Ovest e tutto intorno a voi le selvagge praterie solcate dalla Dora di Rhêmes. Una volta in cima, il panorama spazia su tutte le valli che circondano la punta: il colpo d’occhio è notevole, non rimarrete delusi!

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Punta Tersiva
Molto lunga ma decisamente facile e con pochissime difficoltà, la via che porta alla Punta Tersiva attraversa tutto il selvaggio vallone di Grauson nella Val di Cogne. La vetta rappresenta il punto d’incontro tra i valloni di Urtier, Grauson e la Val Clavalité: ci sono diversi percorsi per conquistarla, noi qui abbiamo descritto il più facile e il più classico. La via, come detto, presenta poche difficoltà ma, dato lo sviluppo complessivo, va affrontata solo se si gode di una buona forma fisica e resistenza. Il Ghiacciaio del Tessonet solitamente non ha crepacci ed è, in ogni caso, completamente aggirabile. L’unico tratto molto faticoso è il ripido e franoso pendio che porta al Colle della Tersiva. Da qui in poi, si sale su facile cresta raggiungendo la punta, in cui sono poste una grande statua della Madonna, un altare e una croce di vetta. Ricordiamo che potete spezzare l’itinerario in due giorni, pernottando al nuovissimo Rifugio Grauson oppure, per un’esperienza più wild, al Bivacco Muggia-Glarey. Vero punto forte della Tersiva è la vista sensazionale di cui godrete dalla cima: data l’assenza di montagne più alte nelle vicinanze, potrete riconoscere facilmente tutti i giganti valdostani. Si tratta, senza ombra di dubbio, di uno dei punti panoramici migliori della Valle d’Aosta.

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Testa del Rutor
La Testa del Rutor è senza ombra di dubbio una delle vette più iconiche di questo angolo delle Alpi, non tanto per la difficoltà delle sue vie, ma per la sua forma particolare e ben visibile dal fondo valle, per l’ambiente maestoso in cui è immersa e per gli scorci panoramici che regala una volta arrivati in cima. Quella che parte dalla Valgrisenche è considerata la seconda Via Normale della Testa del Rutor (la prima è quella che si alza nel vallone di La Thuile): la salita è abbastanza lunga ma non presenta grossi pericoli o tratti particolarmente difficili, se non il ripido scivolo poco prima del Colle del Rutor. Data la sua relativa semplicità, l’ascesa è perfetta per chi si sta avvicinando all’alpinismo anche se, come sempre in questi casi, consigliamo di affidarvi ad una guida alpina, o comunque ad un alpinista esperto. La prima tappa del percorso termina al bellissimo Rifugio degli Angeli, dove potrete ricaricare le energie in vista della seconda parte: quest’ultima si svolge principalmente sul Ghiacciaio del Morion, ormai in recesso a causa del riscaldamento globale. Imperdibile la vista dal colle e dalla vetta, dove sarete letteralmente circondati dai ghiacciai, in modo particolare da quello del Rutor!