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Monte Rosa
Balmenhorn | Cristo delle Vette
Nonostante sia considerato un 4000 minore del Massiccio del Monte Rosa, il Balmenhorn è senza ombra di dubbio una delle sue vette più famose: sulla cima, infatti, si trova la maestosa statua del Cristo delle Vette, un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli alpinisti, i credenti o, più semplicemente, per gli amanti dell’arte. Oltre a ciò, proprio accanto alla statua di Gesù, è collocato il Bivacco Felice Giordano, costruito qui durante la Prima Guerra Mondiale e utilizzato ancora oggi per le emergenze. L’ascesa è abbastanza facile e breve, tanto da poter essere percorsa in giornata passando per il Rifugio Gnifetti. Essendo una meta molto frequentata, solitamente è presente una traccia ben marcata, perdersi sul grande Ghiacciaio del Lys sarà impossibile! In ogni caso, i pericoli non mancano: proprio il ghiacciaio, a causa del riscaldamento globale, diventa di anno in anno più crepacciato, specialmente nei tratti sotto la parete Ovest della Piramide Vincent; prestate molta attenzione e, se non siete alpinisti esperti, rivolgetevi ad una guida alpina. Volendo, dopo aver raggiunto la vetta, potete tornare al Colle Vincent e, da lì, risalire fino alla vicinissima Piramide Vincent, conquistando due giganti nella stessa giornata!

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Capanna Regina Margherita | Punta Gnifetti
La Capanna Regina Margherita, è il rifugio più alto d’Europa. Non crediamo servano altre parole per descrivere la grandiosità di questa leggendaria destinazione, situata sulla quarta cima più elevata del Massiccio del Monte Rosa, ovvero la Punta Gnifetti. La capanna, inaugurata nel 1893 e completamente ricostruita nel 1980, non è solamente un rifugio alpino, ma un luogo di scienza e ricerca: qui, infatti, si trova uno degli osservatori astronomici più alti del mondo, oltre che una stazione meteorologica all’avanguardia. La Punta Gnifetti, sul confine tra Italia e Svizzera, può essere raggiunta seguendo vari itinerari. Tra questi, la via valdostana, che parte dalla Punta Indren nella Valle di Gressoney, è considerata una delle più facili. Nonostante la lunghezza complessiva e alcune zone crepacciate, le difficoltà sono abbastanza contenute, anche se l’altitudine e gli ambienti in cui ci si sposta potrebbero creare qualche problema, soprattutto di acclimatamento. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Il percorso va diviso in due tappe, la prima delle quali termina al mitico Rifugio Gnifetti, dove passerete la notte. Il mattino seguente, attraverserete interamente il Ghiacciaio del Lys, passando alla base di alcune tra le vette più iconiche del Monte Rosa. Giunti al Colle del Lys, la traccia vi porterà fino al Colle Gnifetti, oltre il quale si raggiunge la punta. Inutile dire che, da lassù, il panorama lascia davvero senza fiato!

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Castore
Situato sulla catena di confine tra Italia e Svizzera, il Castore è sicuramente una delle vette più famose del Massiccio del Monte Rosa e, insieme al vicino Polluce, forma il cosiddetto Massiccio dei Gemelli. I due monti hanno parecchie caratteristiche in comune, anche se le similitudini tra di loro sono maggiormente visibili dal versante svizzero. La relativa facilità dell’ascesa, l’ambiente maestoso in cui ci si immerge e il panorama mozzafiato che si apre dalla cima sono alcuni tra i motivi che rendono il Castore una delle vette più frequentate ed ambite di questo angolo delle Alpi. L’itinerario classico parte da Stafal, da dove si prendono gli impianti di risalita fino al Colle Bettaforca. Da qui, raggiungerete il mitico Rifugio Quintino Sella al Felik in circa 3 ore di cammino, per poi risalire il Ghiacciaio del Felik fino all’omonimo colle. Per arrivare alla vetta, dovrete affrontare la sottile ed aerea cresta, decisamente uno dei luoghi più spettacolari della Valle d’Aosta. Ovviamente, bisogna prestare attenzione e, se non siete alpinisti esperti, consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina.

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Lyskamm Occidentale
Situato sul confine tra Italia e Svizzera, il Lyskamm si erge imponente sul fondo della Valle di Gressoney (anche chiamata, appunto, Valle del Lys) e, data la sua posizione, divide in due parti distinte il Massiccio del Monte Rosa. La sua vetta è formata da due punte collegate da una lunga e sottile cresta e da una terza cima, più bassa ma altrettanto caratteristica, il Naso del Lyskamm. La via che andremo a vedere oggi è la normale per il Lyskamm Occidentale, più basso rispetto al suo gemello ma non meno impegnativo da conquistare. La salita, lunga e faticosa, passa per il mitico Rifugio Quintino Sella al Felik: qui passerete la notte, non dimenticatevi di prenotare in anticipo il vostro pernottamento! Il percorso risale poi attraverso il Ghiacciaio del Felik fino all’omonimo colle, oltre il quale si raggiunge l’attacco vero e proprio della via. La cresta, inizialmente facile e pianeggiante, diventa sempre più sottile, affilata e ripida, con tratti molto esposti e pendenze di oltre 40 gradi. Inoltre, sono presenti numerose cornici, soprattutto sul versante Sud. La cresta diventa estremamente pericolosa in caso di scarso innevamento e condizioni avverse (ad esempio con forte vento). Tutte queste premesse rendono l’ascesa al Lyskamm Occidentale esclusiva di alpinisti fisicamente e mentalmente preparati, con un’ottima esperienza e capacità di giudizio e con tutta l’attrezzatura necessaria. In ogni caso, tutto l’itinerario si svolge in un ambiente glaciale maestoso, che culmina una volta arrivati sulla cima: da lì, si apre un panorama mozzafiato a 360 gradi!

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Lyskamm Orientale e Occidentale | Traversata Est-Ovest
Situato sul confine tra Italia e Svizzera, il Lyskamm si erge imponente sul fondo della Valle di Gressoney (anche chiamata, appunto, Valle del Lys) e, data la sua posizione, divide in due parti distinte il Massiccio del Monte Rosa. La sua vetta è formata da due punte collegate da una lunga e sottile cresta e da una terza cima, più bassa ma altrettanto caratteristica, il Naso del Lyskamm. La traversata dei Lyskamm è senza ombra di dubbio una delle vie più classiche e avvincenti dell’intero arco alpino, una cavalcata tra le più sognate e desiderate da tutti gli alpinisti, sia per gli ambienti maestosi che si vanno ad attraversare, sia per la grandiosità della lunghissima cresta. Quest’ultima è divisa in tre sezioni: la ripidissima e faticosa cresta Est che porta in vetta al Lyskamm Orientale (a detta di molti il tratto più difficile dell’ascesa), la cresta di circa quattro chilometri che collega la cima orientale a quella occidentale e, infine, la cresta che permette di scendere dal Lyskamm Occidentale, molto pericolosa in caso di ghiaccio vivo. Tutta la traversata si svolge principalmente sul filo di cresta, sempre molto esposto (a tratti sembra di stare sospesi nel vuoto) e con la presenza di numerose cornici: procedete sempre con la massima cautela e concentrazione! La via va affrontata in condizioni climatiche e di innevamento ideali, con tutta l’attrezzatura necessaria e con un’ottima preparazione fisica e mentale. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Il percorso può essere affrontato da entrambi i lati, noi qui abbiamo scelto di descrivere l’itinerario Est-Ovest, ovvero quello che, partendo dal Rifugio Gnifetti, porta al Rifugio Quintino Sella.

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Mont Mars | Cresta Carisey
Situato al confine tra la Valle di Gressoney e la Valle dell’Elvo (provincia di Biella), il Mont Mars è la vetta più alta delle Alpi Biellesi. Da lassù, il panorama si apre sui giganti del Monte Rosa e sulla Pianura Padana. A Nord della vetta sorge la Riserva Naturale del Mont Mars, dove si trovano i Laghi ed il Rifugio della Barma. I percorsi per raggiungere la cima sono tanti, oggi andremo a vedere quello più adrenalinico e spettacolare, ovvero la Cresta Carisey. La via attraversa tutta la cresta rocciosa che collega il Colle Sella (vicinissimo al Rifugio Coda) al caratteristico roccione cubico chiamato Dado, oltre il quale si prosegue facilmente fino alla meta. La Carisey è una classica via di roccia di media difficoltà, in cui si alternano passaggi di II e III grado (e uno di IV) e tratti più semplici in cui si cammina. Le pareti sono tutte attrezzate con spit, soste e, in alcuni punti, con corde fisse. In ogni caso, alcuni tratti sono molto esposti e faticosi, perciò è necessario essere allenati ed avere la giusta esperienza su questo tipo di percorsi, oltre che tutta l’attrezzatura necessaria. Come per la salita, anche la discesa presenta varie alternative: se arrivate da Pian Coumarial, il sentiero più diretto è il 2D, che porta direttamente dalla cima al parcheggio.

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Piramide Vincent
Grande classica alpinistica, la via che porta alla Piramide Vincent è sicuramente una delle più spettacolari dell’intero Massiccio del Monte Rosa, sia per gli ambienti che si attraversano, sia per la divertente salita e, soprattutto, per il panorama magnifico di cui si gode dalla vetta. La cima, situata tra la Punta Giordani e il Balmenhorn, è considerata uno dei principali 4000 del Monte Rosa, soprattutto per la sua parete Ovest che, come avrete intuito, ricorda una piramide. L’ascesa è abbastanza facile e breve, tanto da poter essere percorsa in giornata passando per il Rifugio Gnifetti. Essendo una meta molto frequentata, solitamente è presente una traccia ben marcata, perdersi sul grande Ghiacciaio del Lys sarà impossibile! In ogni caso, i pericoli non mancano: proprio il ghiacciaio, a causa del riscaldamento globale, diventa di anno in anno più crepacciato, specialmente nel tratto che passa sotto la Ovest della Piramide; prestate molta attenzione e, se non siete alpinisti esperti, rivolgetevi ad una guida alpina. Volendo, dopo aver raggiunto la vetta, potete tornare al Colle Vincent e, da lì, risalire fino al vicinissimo Balmenhorn, conquistando due giganti nella stessa giornata!

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Polluce
Situato sulla catena di confine tra Italia e Svizzera, il Polluce è sicuramente una delle vette più famose del Massiccio del Monte Rosa e, insieme al vicino Castore, forma il cosiddetto Massiccio dei Gemelli. I due monti hanno parecchie caratteristiche in comune, anche se le similitudini tra di loro sono maggiormente visibili dal versante svizzero. Rispetto al Castore, la via che porta al Polluce è più lunga ed impegnativa (e per questo meno frequentata): sarà necessario pernottare al Rifugio Guide d’Ayas o al Rifugio Mezzalama, entrambi raggiungibili dopo molte ore di cammino attraverso il selvaggio fondovalle della Val d’Ayas. Il giorno seguente, la traccia risale lungo il grande Ghiacciaio di Verra, fino ad arrivare alla base della cresta Sud-Ovest; questa è da affrontare con l’aiuto di alcune catene che permettono di superare in sicurezza i punti più critici. In ogni caso, come sottolineato nelle nostre precauzioni, l’ascesa è fisicamente provante e, se non siete alpinisti esperti, consigliamo di contattare una guida alpina. Detto ciò, il panorama mozzafiato di cui godrete dalla cima e l’ambiente meraviglioso in cui sarete immersi per due giorni saranno la ricompensa perfetta per tutte le vostre fatiche!

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Punta Dufour | Cresta Rey
La Punta Dufour è, con i suoi 4634 metri, la vetta più alta del Massiccio del Monte Rosa e la seconda più alta delle Alpi. La montagna è situata sul confine tra Italia e Svizzera, più precisamente sulla lunga ed imponente catena in cui rientrano anche le Punte Gnifetti, Zumstein e Nordend. Questa è molto famosa per il suo imponente versante Est, una parete di 2000 metri di tipologia himalayana (l’unica del suo genere nell’intero arco alpino, oltre che la più alta) che scende a picco sul comune di Macugnaga. Qui, un tempo, erano presenti alcune tra le vie alpinistiche più difficili e leggendarie d’Europa, oggi in disuso data la loro pericolosità. Le vie per conquistare questa iconica cima sono molte, noi oggi andremo a vedere una delle più avvincenti, ovvero quella che risale integralmente la Cresta Rey. Il percorso parte dal Rifugio Gnifetti, dal quale si attraversa tutto il Ghiacciaio del Lys e si supera l’omonimo colle. La traccia, successivamente, porta ad attraversare il crepacciato Ghiacciaio del Grenz: qui fate molta attenzione alle scariche provenienti dalla cresta Sud-Ovest della Punta Zumstein. Giunti alla base della cresta, si attacca la via vera e propria. Questa non è tecnicamente difficile (il passaggio più complicato è di IV grado) ma, data la lunghezza e l’ambiente estremo, occorre prestare molta attenzione ed essere sempre ben concentrati, soprattutto vista la presenza di sfasciumi e pietre instabili. Una volta raggiunta la vetta della Punta Dufour, dovrete scendere seguendo la via normale italiana, perdendo quota fino al Colle Zumstein (o del Papa) e affrontando la cresta Nord che porta in cima alla Punta Zumstein; da qui in poi, la discesa diventa decisamente più semplice. Inutile dire che, sia dalla vetta, sia durante tutta la traversata in cresta, il panorama e gli ambienti attraversati lasciano senza fiato!

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Punta Giordani
Nonostante i suoi 4046 metri di altezza, la Punta Giordani è considerata una delle vette alpinistiche più facili del Monte Rosa, basti pensare che è stato il primo “4000” del massiccio ad essere stato conquistato. Per essere precisi, non si tratta nemmeno di un monte vero e proprio: la Giordani è, infatti, la spalla della più celebre Piramide Vincent. La via, soprattutto grazie agli impianti che portano fino a Punta Indren, è breve e poco faticosa e presenta, come unica difficoltà, alcuni passaggi di arrampicata un po’ esposti. Insomma, questa è l’ascesa perfetta per chi si sta avvicinando al mondo dei 4000 e per tutti gli alpinisti esperti alla ricerca della meta perfetta per acclimatarsi prima di salite più impegnative. Detto questo, il percorso non deve essere sottovalutato, soprattutto per i meno esperti ed abituati a queste altitudini: consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. Gli incredibili ambienti glaciali in cui vi muoverete e la vista che si apre dalla cima saranno la ricompensa perfetta per i vostri sforzi!

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Punta Zumstein
Terza vetta più alta del Massiccio del Monte Rosa, la Punta Zumstein svetta al confine tra Italia e Svizzera, più precisamente tra la Punta Gnifetti e quella Dufour. La vetta è molto famosa per il suo imponente versante Est, una parete di 2000 metri di tipologia himalayana (l’unica del suo genere nell’intero arco alpino) su cui, un tempo, erano presenti alcune tra le vie alpinistiche più difficili e leggendarie d’Europa. Fortunatamente, gli altri versanti della Zumstein risultano decisamente più abbordabili: non a caso, si tratta di uno dei 4000 più facili del Monte Rosa! La via normale che parte dalla Valle d’Aosta è, per buona parte, la stessa di quella che porta alla Capanna Margherita. Dal Rifugio Gnifetti, dove dormirete il primo giorno, la traccia risale il crepacciato Ghiacciaio del Lys, per arrivare nei pressi del Colle Gnifetti. Una volta lì, dovrete affrontare la sottile e spettacolare cresta Est della Zumstein, oltre la quale si raggiunge velocemente la vetta. Da lassù, il panorama è veramente grandioso, quasi impossibile da descrivere! Ovviamente, l’itinerario non deve assolutamente essere sottovalutato (leggete le nostre precauzioni): se non siete alpinisti esperti, consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina!

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Rifugio Capanna Gnifetti
La Capanna Gnifetti è, senza ombra di dubbio, uno dei rifugi più maestosi e importanti dell’intero arco alpino. Il grandissimo edificio, situato su un promontorio ai piedi dei ghiacciai del Lys e del Garstelet, è il punto d’appoggio principale per tutte le traversate e le ascensioni alpinistiche del versante Sud del Monte Rosa, tra cui la Via Normale della Capanna Margherita, il percorso per la Piramide Vincent e la traversata del Lyskamm, solo per citarne alcuni. La storia del rifugio è molto antica, basti pensare che già nel 1876 fu costruito il primo bivacco sul roccione che oggi ospita la Capanna: un luogo tattico e decisamente panoramico! Nel corso degli anni, la struttura è stata via via sempre più ingrandita e migliorata, arrivando ad essere totalmente sostituita nel 1967 con l’attuale costruzione, che dispone di 176 posti letto e di un locale invernale. Per arrivare fino a qui, vi basterà prendere gli impianti di risalita fino a Punta Indren, dal quale parte una comoda traccia che attraversa il Ghiacciaio di Indren e un breve tratto di quello del Garstelet. Superati alcuni tratti attrezzati, si arriva comodamente e in poco meno di 2 ore al rifugio. In alternativa, potete salire fino al Rifugio Città di Mantova e, da lì, affrontare gli ultimi 100 metri di dislivello che vi separano dalla meta: va detto che questa opzione è consigliabile solo se non avete in programma di continuare per una delle tante vie alpinistiche che partono dalla Capanna Gnifetti.

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Roccia Nera e Gemello del Breithorn
Un dislivello notevole ed uno sviluppo enorme sono gli ingredienti principali della via che dalla Val d’Ayas porta alla Roccia Nera e al Gemello del Breithorn. Questa è un’ottima alternativa al percorso più classico che parte da Plateau Rosà: nonostante l’itinerario sia molto più lungo, qui potrete apprezzare la severità e la purezza degli ambienti glaciali del Monte Rosa, pesantemente rovinati dai tanti impianti di risalita e dalle piste da sci sul versante di Valtournenche. Insomma, l’ascesa è perfetta per gli amanti della montagna selvaggia e incontaminata! La via attraversa tutto il fondo della Val d’Ayas, raggiungendo prima il bellissimo Rifugio Mezzalama, poi il Rifugio Guide d’Ayas, dove finisce la prima tappa. Non dimenticatevi di prenotare in anticipo il vostro pernottamento! Il giorno seguente si risale il grande Ghiacciaio di Verra, transitando sotto le pareti dei più famosi Castore e Polluce. Giunti al Bivacco Rossi-Volante, dovrete risalire il ripido scivolo nevoso che permette di salire in cima alla cresta sommitale. Da lì, avrete a destra la Roccia Nera e a sinistra il Gemello del Breithorn (anche chiamato Quota 4106). Fate attenzione sia sul ghiacciaio sia sulla cresta, in quanto sono presenti crepacci e cornici, queste ultime soprattutto sul versante svizzero. I passaggi di arrampicata, invece, sono abbastanza semplici (I e II grado). La via va percorsa solo se si gode di un’ottima forma fisica e se si ha esperienza d’alta montagna. Consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina.