Scialpinismo
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Gran San Bernardo
Aiguille des Sasses
Dal grande dislivello e con passaggi tecnici e difficili, l’itinerario che porta all’Aiguille des Sasses, una bella punta situata al confine con la Svizzera, non è sicuramente da sottovalutare! Dati alcuni tratti molto ripidi, tra cui un canalone spesso soggetto a valanghe, l’escursione va effettuata in condizioni nivologiche ideali. Viste le premesse, non possiamo che consigliare l’ascesa solo agli scialpinisti esperti e in ottima forma fisica. Durante tutti gli ultimi tratti, godrete di un panorama notevole su tutte le grandi cime valdostane, Monte Bianco compreso. Inoltre, dall’incantevole pianoro finale fino alla vetta si attraversano ambienti innevati davvero grandiosi! Tutte le fatiche per raggiungere la meta saranno ben ripagate dalla lunga e varia discesa che, dopo un primo tratto abbastanza impegnativo adatto solo a skialpers navigati, diventa una piacevole sciata nei territori immacolati di Saint-Rhemy.

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Col Champillon
Grande classico scialpinistico nel vallone di Ollomont, la via che porta al Col Champillon attraversa la spettacolare e selvaggia comba omonima. Il percorso si alza su pendii molto aperti e ben soleggiati fino a toccare il Rifugio Champillon, oltre il quale parte la ripida salita che conduce a destinazione: quest’ultimo tratto va affrontato solo in caso di neve ben assestata. Una volta arrivati, sarete ripagati dal panorama sulla magnifica conca sottostante e su moltissimi giganti valdostani (tra cui il Monte Bianco), oltre che dalla discesa, lunga, molto divertente e mai troppo difficile. Tolto l’aspetto legato alla salita finale, l’itinerario è solitamente praticabile durante tutta la stagione invernale ed è perfetto per gli skialpers esperti in cerca di un ottimo allenamento o per tutti coloro che stanno prendendo confidenza con le pelli.

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Col d'Annibal
Molto lungo e perfetto per gli Alpituder più atletici, il soleggiato percorso verso il Col d’Annibal attraversa i selvaggi e aperti valloni di Menouve e Molline, arrivando fino ai confini con la Svizzera. Essendo poco nota, questa meta è la scelta ideale per chi cerca ambienti silenziosi e solitari dove perdersi nella natura innevata. Una volta arrivati al colle si apre un panorama notevole su molte vette italiane e svizzere, in particolar modo sul vicino Mont Vélan. Non a caso, dalla nostra destinazione parte la cresta Nord-Ovest del Mont Vélan, chiamata proprio Arête d’Annibal. La discesa, lunga, varia e mai pericolosa, ripaga ampiamente gli sforzi fatti per raggiungere il valico: la salita, superato l’alpeggio di Arvus a metà itinerario, diventa decisamente ripida e faticosa!

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Col de la Belle Combe
Il Col de la Belle Combe, situato tra l’Aiguille de la Belle Combe e il Petit Golliat, è la meta ideale per gli Alpituder più esperti alla ricerca di terreni poco battuti da esplorare in solitudine. La Belle Combe è, infatti, uno degli angoli più remoti e meno frequentati dell'intera Valle del Gran San Bernardo: qui, molto probabilmente non troverete alcuna traccia a guidarvi, perciò consigliamo l’itinerario solo a chi ha un’ottima esperienza d’alta montagna. Il percorso presenta un grande dislivello e alcuni passaggi ripidi e difficili che per essere affrontati richiedono gambe forti e allenate. Inoltre, sarà necessaria una buona conoscenza del manto nevoso, in quanto alcuni tratti potrebbero risultare pericolosi in caso di neve abbondante e instabile. In ogni caso, il panorama sul Monte Bianco e il vicino Petit Golliat sapranno farvi dimenticare delle fatiche della salita. Come se non bastasse, la lunga e divertente discesa negli ambienti selvaggi della Coumba Freida è sicuramente il punto forte dell’escursione. Se siete amanti di luoghi solitari e immacolati, il Col de la Belle Combe fa sicuramente al caso vostro!

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Col de Menouve
Lungo ma mai pericoloso, il soleggiato itinerario verso il Col de Menouve, situato al confine con la Svizzera, attraversa tutto il vallone di Menouve e i suoi caratteristici paesaggi. Un tempo famosa grazie alla vecchia funivia elvetica che portava fino alla cima, la meta rimane ancora oggi un paradiso per gli amanti dei fuoripista: qui, infatti, grazie alla particolarità del territorio e alla buona esposizione, la neve rimane solitamente ben sciabile e perfetta per delle lunghe e divertenti discese. Inoltre non è raro trovare linee intonse, dato che ormai è una destinazione poco frequentata. Una volta arrivati al valico, non mancheranno scorci panorami degni di nota su molte vette innevate, tra tutte il Mont Vélan, oltre che sulla Vallée d’Entremont e sul vallone di Menouve.

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Col des Angroniettes
Dal grande dislivello e con passaggi tecnici, l’itinerario che porta al Col des Angroniettes è adatto solo agli Alpituder più esperti e allenati. Ingiustamente poco considerata e frequentata, questa meta diventa il paradiso per gli skialpers amanti della solitudine e della pace nella natura dura e selvaggia. Il percorso attraversa i caratteristici territori di Saint-Rhemy-en-Bosses e risulta tanto faticoso in salita quanto divertente nella lunga e varia discesa. Dalla cima si aprono panorami stupendi sia sul versante svizzero della Val Ferret, sia sul vicino Grand Golliat, senza dimenticare la vista che cade sugli angoli più remoti della Valle del Gran San Bernardo proprio ai vostri piedi. Ricordiamo che il percorso qui descritto tiene conto della chiusura invernale della strada: la sua riapertura verso fine stagione permette di accorciare il tragitto.

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Col des Ceingles
Meta poco frequentata e perfetta per gli amanti degli ambienti duri e solitari, il Col des Ceingles separa la Comba di Merdeux da quella di Thoules. L’itinerario presenta un grande dislivello e tratti difficili in cui è richiesta esperienza, tecnica e capacità di valutazione: infatti, come detto nelle nostre precauzioni, durante tutta la pellata sarà necessaria una condizione del manto nevoso perfetta: non possiamo che consigliare il percorso solo agli skialpers più esperti ed allenati. Detto ciò, con il Petit Golliat a due passi e molte vette importanti all’orizzonte, il panorama dalla cima saprà certamente ripagarvi per tutte le fatiche della salita! Altro punto forte è la lunga e divertente discesa, che attraversa una grande varietà di terreni e i paesaggi della selvaggia Coumba Freida. Infine, ricordiamo che, trattandosi di un angolo tra i più remoti della Valle del Gran San Bernardo, non è raro non trovare tracce lungo la via!

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Col Malatrà
Al confine tra l’area del Gran San Bernardo e quella del Monte Bianco, il Col Malatrà è celebre soprattutto per essere una delle tappe finali del Tor des Géants. L’itinerario per raggiungere il valico mantiene un certo fascino selvaggio anche nella sua veste invernale: il percorso, infatti, è decisamente meno frequentato rispetto all’estate e dunque perfetto per gli amanti degli ambienti solitari e dei paesaggi duri tipici di questo angolo delle Alpi. Passando per l’intera Comba di Merdeux, la traccia sale poi all’intaglio roccioso del colle. Inutile dire che, da lassù, si apre un panorama meraviglioso, specialmente sul Massiccio del Monte Bianco. Data la grande lunghezza complessiva e la notevole difficoltà di alcuni passaggi, sconsigliamo l’escursione ai neofiti e ai meno allenati. Inoltre, in alcuni punti, ad esempio nella ripida salita finale, sarà necessario valutare attentamente le condizioni del manto nevoso. La discesa è lunghissima e senza passaggi obbligati, ripercorre interamente la via di andata, permettendo di scoprire le bellezze naturali della zona da un altro punto di vista.

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Col Serena
Grande classico scialpinistico nella Valle del Gran San Bernardo, l’itinerario che porta al Col Serena è sicuramente uno tra più frequentati e preferiti della zona. La via è adatta agli skialpers di qualsiasi livello: qui, infatti, i più esperti troveranno un buon allenamento di inizio stagione, mentre gli Alpituder alle prime armi potranno imparare le basi della disciplina in totale sicurezza. Il percorso, che attraversa il bel vallone di Serena, presenta un discreto dislivello e la quasi totale assenza di pericoli. Inoltre, l’esposizione a Nord mantiene solitamente il manto nevoso in ottime condizioni, così da regalare sempre una lunga e divertente discesa, vero punto forte della pellata! Una volta raggiunto il colle, si apre un panorama notevole su tutta la vallata, su molte vette della zona, ad esempio il Mont Velan, e su altri giganti in lontananza, come la Testa del Rutor.

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Col Tardiva e Mont de la Tsa
Tra boschi, alpeggi, pendii e creste, il percorso che porta al Col de Tardiva prima e al Mont de la Tsa poi è sicuramente uno dei più vari e divertenti nella Valle del Gran San Bernardo. La vetta si trova sulla lunga dorsale tra la Pointe de Metz e il Mont Fallère. Nonostante il grande dislivello e alcuni passaggi tecnici che richiedono esperienza, una volta raggiunta la vetta sarete ampiamente ripagati dal panorama maestoso che si apre su tutti i grandi giganti della Valle d’Aosta. Inoltre, la discesa lunghissima e divertente si svolge solitamente su neve in ottime condizioni: essendo una meta poco frequentata, il manto è quasi sempre intonso, l’ideale per sfrecciare in sicurezza giù dalla montagna! In ogni caso, una volta usciti dal sentiero nel bosco completamente all’ombra, si passa ai tratti molto soleggiati che portano alla cima: l’esposizione a Est regala certamente delle belle sensazioni nelle giornate più aperte, ma vi obbliga a partire di buon’ora per poter godere della migliore sciabilità possibile.

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Costa Serena Centrale
La Costa Serena è, come suggerisce il nome, la costiera montuosa che si sviluppa a Nord-Ovest del celebre Col Serena. La dorsale, che divide la Coumba Freida dal vallone di Planaval, è formata da tre piccole punte: qui descriveremo l’itinerario più classico che porta a quella centrale. Una volta in cima, si apre un panorama a 360 gradi sulla zona di Crévacol, su Planaval e su tutti i giganti della zona, in particolare sul Mont Vélan e sulla Grande Rochère. Grazie alla sua esposizione e alla conformazione particolare dei suoi pendii, la via si sviluppa solitamente su un manto nevoso ottimale, l’ideale per delle discese mozzafiato e adrenaliniche, motivo che rende la Costa Serena molto gettonata per un weekend scialpinistico. In ogni caso, per arrivare a destinazione è richiesta esperienza e una buona forma fisica: infatti, nonostante la durata complessiva non eccessiva, si affronterà un discreto dislivello, pendii decisamente ripidi e tratti tecnici (comunque mai proibitivi). L’ostacolo più grande è probabilmente rappresentato dal forte vento che colpisce spesso questa zona: copritevi bene e preparatevi per una bella avventura!

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Crête de Corléans
La Crête de Corléans, un lungo crestone roccioso tra la Testa Serena e la Punta Valletta, è una meta per veri esperti nello sci ripido e per gli skialpers navigati. La via, infatti, risulta abbastanza dura e con passaggi tecnici durante la salita, ma è nella discesa che si andranno ad affrontare le sfide maggiori, soprattutto nel primo ripidissimo canalino sommitale. La cresta è formata da tre ripide forcelle, delle quali quella centrale risulta essere la più sicura per lanciarsi sci ai piedi. In ogni caso, questa va affrontata solo da chi ha molta esperienza e grandi abilità sciistiche. Inoltre, vanno prese tutte le precauzioni necessarie e consigliamo di rivolgervi ad una guida alpina. In condizioni di sicurezza e stabilità del manto, comunque, la discesa risulta estremamente divertente ed appagante! L’itinerario attraversa i territori più selvaggi di Saint-Rhemy-en-Bosses e, nonostante tutte le precauzioni, si svolge solitamente su neve in ottimo stato: questo è dovuto soprattutto all’esposizione a Nord dei pendii. Arrivati in cima, si apre un panorama davvero grandioso su molte vette circostanti, ad esempio il Mont Vélan, e sui giganti più lontani, tra tutti il Monte Bianco e le Grandes Jorasses.

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Monte Paglietta
Grande classico della zona, il Monte Paglietta è la meta ideale per chi ancora non è un esperto scialpinista: assenza totale di pericoli anche dopo abbondanti nevicate, pendii mai troppo ripidi ed una facile ma divertente discesa sono gli elementi perfetti per i neofiti e per chiunque voglia godersi la natura innevata senza un’eccessiva fatica. La varietà degli ambienti da esplorare, così come l’ottima esposizione al sole, rendono l’itinerario sempre godibile e divertente. Non a caso, il Monte Paglietta è una delle destinazioni più frequentate della zona durante la stagione invernale! A completare il tutto, una volta in cima si apre un bellissimo panorama su tutti i giganti della Valle del Gran San Bernardo, soprattutto grazie alla posizione centrale della vetta, che divide il vallone di Barasson da quello di Menouve.

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Mont Fallère
Grande classico estivo, il Mont Fallère sa essere affascinante anche nella sua versione invernale. L’itinerario descritto è quello che risale lungo la parete Nord del Fallère, una via lunga e molto difficile adatta solo agli skialpers più navigati. La traccia attraversa parte del vallone di Flassin, per poi salire al Col d’Ars e superare i laghetti ghiacciati di Ars. Il percorso, molto lungo e vario, presenta tratti difficili in cui è richiesta esperienza e tecnica e, in generale, sarà necessaria un’ottima preparazione fisica. Consigliamo, inoltre, di contattare una guida alpina. La discesa è molto complessa e tocca punti decisamente ripidi e adrenalinici in cui è richiesto un manto nevoso nelle migliori condizioni. Viste tutte le premesse, possiamo consigliare l’ascesa esclusivamente agli Alpituder più esperti ed allenati. Data la sua posizione centrale e l’assenza di monti più alti nelle vicinanze, la vetta rappresenta uno dei punti panoramici migliori della Valle d’Aosta: una volta in cima, infatti, riconoscerete chiaramente tutti i giganti valdostani!

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Mont Flassin
Grande classica dello scialpinismo valdostano, il Mont Flassin è una vetta decisamente panoramica al confine tra il vallone di Citrin e quello di Flassin. Nonostante il grande dislivello, il percorso non presenta particolari pericoli ed è, per questo motivo, adatto anche agli skialpers meno esperti. In ogni caso, per affrontare lo sviluppo enorme del percorso è richiesta una buona preparazione atletica e forza di volontà. L’itinerario, per buona parte uguale a quello verso la Testa Cordella, attraversa il vallone di Flassin, andando a toccare tutti i suoi alpeggi caratteristici e la selvaggia Comba di Flassin. Lunga, varia ed estremamente divertente, la discesa è sicuramente il punto forte della via che porta al Mont Flassin: non sorprende che questa sia una delle destinazioni scialpinistiche più frequentate dell’area del Gran San Bernardo!

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Mont Fourchon
Classica meta scialpinistica, il Mont Fourchon svetta sulla lunga dorsale al confine con la Svizzera, regalando panorami incredibili sulla catena del Monte Bianco e sul vicino Grand Golliat, oltre che su tutte le cime della zona. L’itinerario, molto lungo ma privo di particolari pericoli, è l’ideale per un ottimo allenamento sulla neve. La bella salita, infatti, presenta un grande dislivello generale, anche se non tocca mai pendenze proibitive o punti troppo difficili. In ogni caso, una volta raggiunta la vetta, tutta la fatica sarà decisamente ripagata dalla lunga e divertente discesa attraverso i territori selvaggi di Saint-Rhemy-en-Bosses. Ricordiamo che il percorso qui descritto tiene conto della chiusura invernale della strada che porta al Colle del Gran San Bernardo: la sua riapertura verso fine stagione permette di accorciare il tragitto.

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Mont Gelé
Molto lunga ma divertente e mai troppo pericolosa, la via che conduce alla vetta del Mont Gelé è senza ombra di dubbio uno dei grandi classici scialpinistici della Valpelline. Il monte, situato sulla catena di confine con la Svizzera, regala sempre panorami mozzafiato sulle vallate circostanti e su tutti i giganti della zona. Il percorso, normalmente diviso in due giorni, può essere comodamente spezzato al Rifugio Crête Sèche, dotato di un locale invernale da 8 posti o, in primavera, aperto su prenotazione. Da qui in poi, l’itinerario diventa particolarmente selvaggio e si andranno ad attraversare ambienti duri e imponenti, resi ancora più maestosi dalla neve. La difficoltà non è mai troppo elevata, in quanto non ci sono passaggi rischiosi o pendii troppo ripidi. In ogni caso, saranno necessarie esperienza d’alta montagna ed un’ottima forma fisica, oltre che tutta l’attrezzatura necessaria per questo tipo di vie (indispensabili piccozza e ramponi). La discesa è il vero punto forte di questa destinazione: potete seguire il percorso dell’andata oppure, decisamente consigliato, potete scendere lungo la traccia che si stacca verso il vallone di Ollomont poco prima di tornare al Colle del Mont Gelé, così da completare la mitica traversata Ruz-Glacier. Qualunque sia la vostra scelta, il ritorno sarà lungo, divertente e spettacolare!

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Mont Labiez
Lungo ma mai troppo difficile, l’itinerario che porta al Mont Labiez, vetta minore al cospetto del Mont Fallère, è perfetto per un buon allenamento atletico sci ai piedi. Nonostante non presenti particolari pericoli, alcuni passaggi potrebbero risultare complicati per i meno esperti, ragion per cui sconsigliamo la meta a chi è alle primissime armi o poco preparato fisicamente. Il tracciato si divide in una parte molto ombrosa e lunga che risale nel bosco e in una seconda, molto soleggiata e panoramica, che attraversa la Comba di Ars e conduce infine alla cima: da qui si aprono panorami magnifici sul Fallère, sul Mont Vélan, sul Cervino e su tutta l’area circostante. Essendo poco frequentata, la neve è solitamente ben sciabile e intonsa, regalando discese lunghe e divertenti nei selvaggi paesaggi della zona.

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Mont Vertosan
Abbastanza lungo ma mai eccessivamente difficile, l’itinerario che porta al Mont Vertosan attraversa tutto il vallone di Flassin, superando i suoi caratteristici alpeggi e salendo al Col Vertosan, situato poco prima della vetta. Nei tratti finali, in particolar modo nel ripido canalone che precede il colle, il rischio valanghe è alto: una volta lì, sarà necessario valutare attentamente le condizioni nivologiche mentre, prima di partire, è d’obbligo controllare il bollettino valanghe. Per questo motivo, consigliamo a chi è alle prime armi di non affrontare l'ascesa. Detto ciò, la salita risulta abbastanza faticosa, dal notevole dislivello e dal grande sviluppo, adatta quindi solamente a chi gode di una buona forma fisica. Una volta raggiunta la cima, il panorama si apre su tutti i giganti innevati della zona, oltre che sull’intero gruppo del Monte Bianco. Vero punto forte è la lunga e divertente discesa, solitamente in ottime condizioni data l’esposizione a Nord. Se cercate una via scialpinistica appagante e adrenalinica, il Mont Vertosan fa sicuramente al caso vostro!

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Pain du Sucre
Un buon dislivello e l’assenza di particolari pericoli rendono il Pain du Sucre la meta ideale per un ottimo allenamento scialpinistico o per la prima pellata importante. Panorami stupendi, paesaggi da sogno e una lunga e piacevole discesa sono sicuramente i punti forti di questa meta, a torto poco frequentata. Il percorso si snoda nei selvaggi territori di Saint-Rhemy-en-Bosses ed è, se non nella deviazione finale, lo stesso del più conosciuto Mont Fourchon. Grazie alla loro vicinanza, infatti, non è raro conquistare le due vette nella stessa giornata. Ricordiamo infine che il percorso qui descritto tiene conto della chiusura invernale della strada verso il Colle del Gran San Bernardo: la sua riapertura verso fine stagione permette di accorciare il tragitto.

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Punta Chaligne
Classica meta dell’area del Gran San Bernardo in ogni stagione, la Punta Chaligne mantiene il suo fascino anche in veste di destinazione scialpinistica: la sfidante salita, lo splendido panorama che si apre dalla cima e le tante possibili linee di discesa rendono la vetta l’ideale per una giornata sulle pelli! L’esposizione ad Est rende la zona soleggiata fin dal mattino, valutate quindi con attenzione le condizioni della neve, soprattutto nel tratto finale. Come accennato, la salita è sicuramente la parte più complicata dell’itinerario, soprattutto visto il grandissimo dislivello e alcuni passaggi su pendii decisamente ripidi. In ogni caso, tolto l’aspetto dell’esposizione, il percorso non presenta particolari pericoli ed è alla portata di tutti, sia per i neofiti che cercano una bella sfida, sia per i più esperti che vogliono godersi una bella giornata sulla neve.

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Punta Valletta
Situata in mezzo ai valloni di Citrin, Vertosan e Serena, la Punta Valletta è, grazie alla sua particolare posizione, una vetta estremamente panoramica. L’itinerario principale attraversa il vallone di Citrin e, nonostante sia molto lungo, non risulta mai troppo difficile né presenta passaggi pericolosi. In ogni caso, i tratti finali della cresta non vanno assolutamente sottovalutati e sono da affrontare solo in condizioni perfette del manto nevoso. Per questi motivi, consigliamo l’ascesa solo agli skialpers con una buona esperienza e un’ottima forma fisica! Dopo una prima parte nel bosco, il percorso si sposta in un paesaggio molto aperto e affascinante, oltre al quale si risale in direzione della meta. La discesa, vero punto forte della destinazione vista la grande varietà degli ambienti attraversati, può essere affrontata senza obblighi specifici.

Gran San Bernardo
Testa Cordella
L’itinerario che porta alla Testa Cordella attraverso il vallone di Flassin, passando per i suoi caratteristici alpeggi, la Comba di Flassin e gli aperti pendii del tratto finale. Il percorso, lungo e faticoso, non presenta pericoli particolari ed è adatto anche agli skialpers meno esperti. In ogni caso, il grande dislivello e il notevole sviluppo metteranno alla prova anche i più allenati! La vetta, molto panoramica, si trova sulla cresta che divide il vallone di Flassin da quello di Citrin: la sua posizione privilegiata regala una vista mozzafiato sul Monte Bianco e su tutti i giganti dell’area del Gran San Bernardo. La discesa può essere affrontata con percorso libero e, solitamente, presenta neve in ottime condizioni. La sciata per tornare alla macchina, lunga, molto varia e divertente, è sicuramente il punto forte di questa destinazione e vi farà dimenticare subito di tutti gli sforzi fatti per raggiungere la cima.

Gran San Bernardo
Tête de Barasson
L’itinerario che porta alla Tête de Barasson, cima minore sulla catena di confine con la Svizzera, è il perfetto esempio di un allenamento scialpinistico per i più esperti. Il buon dislivello e alcuni pendii decisamente ripidi e faticosi (da affrontare solo in condizioni nivologiche ottimali) renderanno la salita attraverso la Comba di Barasson ed i suoi ambienti selvaggi una vera sfida! Fortunatamente, il panorama che si apre dalla cima e la discesa, lunga e varia, ripagano ampiamente per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la vetta. Altro punto forte è sicuramente l’esposizione a Sud, che permette di godere, nelle giornate più aperte, di un bel sole durante tutta l’escursione.

Gran San Bernardo
Tête de Bois de Quart
Molto facile nonostante il discreto dislivello, la Tête de Bois de Quart è un bel panettone innevato situato al termine della dorsale Nord della Testa Cordella. Il percorso attraversa il vallone di Flassin senza particolari pericoli, per poi risalire in mezzo al bosco, unico tratto da affrontare con attenzione durante la discesa. In ogni caso, l’itinerario è adatto anche ai neofiti dello scialpinismo, nonostante in alcuni ripidi passaggi siano richieste buone capacità sci ai piedi. Una volta raggiunta la vetta, su cui si trova una croce in legno, si apre una vista notevole su tutta la Coumba Freida: il punto panoramico perfetto per uno scatto memorabile!

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Tête de Choume
Molto facile, dal dislivello ridotto e senza pericoli, la via scialpinistica che porta alla Tête de Choume è senza ombra di dubbio adatta a tutti, neofiti compresi. Il vero punto forte della destinazione è il suo valore storico-culturale: lungo il percorso, soprattutto nei pressi di Plan Puitz, vi imbatterete nelle antiche fortificazioni militari della Linea Cadorna, edificate durante la Prima Guerra Mondiale per proteggere i confini italiani (ed in modo particolare il Colle del Gran San Bernardo) da un possibile attacco svizzero. Come detto, l’itinerario è perfetto per gli skialpers alle prime armi, in quanto può essere affrontato in tutta sicurezza anche in condizioni nevose e meteorologiche avverse. La discesa, nonostante non sia molto lunga, risulta facile e divertente ed è l’ideale per affinare le propria tecnica sciistica.

Gran San Bernardo
Tête de Crévacol
Perfetto come prima uscita sulle pelli della stagione, l’itinerario che porta alla Tête de Crévacol non è né troppo lungo né troppo difficile e si presta bene anche per chi ha meno esperienza scialpinistica. La via, spesso senza percorso obbligato, attraversa i caratteristici territori di Saint-Rhemy senza mai passare vicino alle piste del comprensorio di Crévacol: queste potranno essere sfruttate durante la discesa, per garantirvi una sciata divertente e sicura. In ogni caso, proprio come all’andata, anche per il ritorno sarete liberi di scegliere la linea che preferite! L’esposizione a Sud mantiene i pendii sempre ben soleggiati, ragione in più per scegliere questa località nelle giornate più aperte. Raggiunta la vetta, dove è situato un bivacco in pietra in onore di Leopoldo Deffeyes, si apre un panorama a 360 gradi sul comprensorio di Crévacol e su molti giganti della zona, tra tutti i vicini Grand Crêton e Grand Golliat.