ARTVA, pala e sonda sono il trio di strumenti basilari per l’autosoccorso in valanga. Ogni escursionista invernale, non importa quale sia la disciplina, è tenuto ad avere sempre con sé questi tre oggetti, non solo perché obbligatori per legge dal 1º gennaio 2022, ma anche e soprattutto perché possono fare la differenza tra la vita e la morte in caso di valanga. Quando si verificano distaccamenti di neve e qualcuno rimane travolto, infatti, il tempo per agire è pochissimo e, superati i 15 minuti, le possibilità di salvezza diminuiscono esponenzialmente con il passare del tempo.
Va da sé che non solo bisogna sempre avere ARTVA, pala e sonda durante le escursioni, ma è doveroso effettuare una regolare manutenzione, essere in grado di utilizzarli e conoscere le principali tecniche di soccorso in valanga.
Per questo, a meno che non siate già esperti, consigliamo di partecipare ad un campo ARTVA organizzato da Guide Alpine certificate.
ARTVA
L’Apparecchio di Recupero dei Travolti in Valanga, comunemente noto come ARTVA, è una ricetrasmittente a corto raggio utilizzata per individuare le persone travolte da una valanga.
L’ARTVA può essere impostata su due modalità distinte: di trasmissione e di ricezione. Durante le escursioni, dovremo lasciare il nostro apparecchio in modalità di trasmissione. Se dovesse verificarsi la caduta di una valanga e qualcuno viene travolto, imposteremo l’ARTVA in modalità di ricezione, così da captare il segnale emesso dallo strumento della persona sotto la neve. In questo modo sarà possibile individuare tempestivamente chi necessità di soccorso seguendo le indicazioni sul dispositivo digitale, oppure captando i suoni dei dispositivi analogici (più vecchi e sconsigliati).
Ricordate sempre di indossare l’ARTVA sotto gli indumenti che potreste togliere, ma sopra il primo strato di abbigliamento. Non togliete né spegnete l’apparecchio per tutta la durata dell’escursione.
Vediamo ora alcune buone pratiche e consigli utili per prendervi cura dell’ARTVA:
- Un ARTVA vecchio emette un segnale molto più debole: per essere individuato avremo quindi bisogno di trovarci molto vicini allo strumento che trasmette.
- Le batterie devono essere sempre cariche. Il giorno prima dell’escursione verificate il livello di carica: minore è la carica, minore sarà la portata del segnale emesso.
- Dopo ogni utilizzo, togliete le batterie e lasciate lo strumento ad asciugare.
- Non lasciate l'ARTVA vicino a fonti di calore
- Registrate regolarmente la portata massima, la portata minima e le manutenzioni effettuate sull’ARTVA, tenendo uno storico di ogni intervento e di ogni malfunzionamento.
- Cambiate le batterie dell’ARTVA se non utilizzate l’apparecchio da molto tempo.
Sonda
Con l’ARTVA siamo in grado di individuare con un buon grado di precisione la zona in cui è sepolto chi viene travolto da una valanga. Entra ora in scena la sonda, grazie alla quale troveremo il punto preciso e la profondità da scavare. La sonda, infatti, è sostanzialmente un’asta ripiegabile, sottile ma resistente, che ci permette di “sondare” il terreno alla ricerca del travolto. Una buona sonda è lunga almeno 240 cm, in carbonio o alluminio e dotata di assemblaggio a frusta, che consente un rapido utilizzo.
Come per l’ARTVA, anche per la sonda vale la pena di ricordare che non è sufficiente averla con sé, ma è fondamentale saperla utilizzare: rivolgetevi alle Guide Alpine per imparare le tecniche corrette!
Pala
La pala è lo strumento che ci consente effettivamente di raggiungere la persona da soccorrere scavando nella neve. Deve essere in metallo, quanto più possibile grande e allo stesso tempo facile da montare. Anche in questo caso è necessario conoscere la miglior tecnica per agire tempestivamente.